Un caso di colera in Sardegna, a Cagliari, ha suscitato molta apprensione sui media nazionali. Il paziente ricoverato all’Ospedale Santissima Trinità è un uomo di 71 anni che avrebbe contratto l’infezione a causa di un piatto di cozze che non erano state cotte adeguatamente. Fortunatamente il paziente sta meglio, come hanno spiegato i medici.
L’uomo inizialmente si era rivolto a una guardia medica di Arbus (nel Sud della Sardegna) perché lamentava disturbi gastrointestinali che si erano sovrapposti ad altri disturbi di natura intestinale di cui soffre da qualche mese. Quando è arrivato nel reparto malattie infettive, non era in gravi condizioni ed è stato sufficiente curarlo con una terapia reidratante associata ad una terapia antibiotica. Il vibrione del colera era stato individuato attraverso l’esame delle feci.
Il direttore del reparto di malattie infettive dell’ospedale dove è ricoverato l’uomo, Goffredo Angioni, ha specificato: “Nessun allarmismo. Il paziente sta meglio ed è tornato in condizioni quasi normali. Il quadro è dunque in progressivo miglioramento. Solitamente il colera si può contrarre nel corso di viaggi in alcuni paesi dell’Asia, come per esempio l’India, dove la malattia è endemica. Da noi, invece, i principali sospetti sono i frutti di mare se consumati senza la dovuta cottura”.
Nonostante le parole dello specialista l’allarme è scattato non solo nell’isola, ma in tutta Italia vista la gravità della patologia ormai da decenni non più riscontrata e apparentemente debellata. Il colera è un’infezione dell’intestino tenue che parte da un batterio davvero molto pericoloso, a volte letale. Sebbene ne esista anche una versione piuttosto leggera la malattia può essere anche fatale. La cottura del pesce, se infetto, riesce a debellare il batterio e dunque a ridimensionare ogni possibile rischio.
Per fortuna l’uomo colpito dal colera in Sardegna sembra fuori pericolo, la speranza è che questa brutta esperienza si possa chiudere qui senza nessun altra conseguenza.