Il Presidente Donald Trump ha confermato che l’incontro con il leader russo Vladimir Putin, per discutere della fine del conflitto con l’Ucraina, si terrà venerdì 15 agosto 2025 nel “Grande Stato dell’Alaska”. Una scelta geografica che non è casuale e che racchiude significati profondi legati alla storia e alla geografia di questi territori. In un primo momento si era pensato a Roma come luogo del vertice, ma davanti al rifiuto del premier russo (indispettito dalla presenza di troppi personaggi filo-Ucraina), si è scelto l’Alaska. L’Alaska rappresenta il punto più vicino tra Stati Uniti e Russia.
La distanza minima tra le due nazioni continentali è di circa 55 miglia (88 chilometri), che separa la punta occidentale di Cape Prince of Wales in Alaska dal punto meridionale di Cape Dezhnev in Russia. Nel punto più stretto, tra le isole Little Diomede (americana) e Big Diomede (russa), la separazione è di soli 2,4 miglia.
Questo braccio d’acqua, chiamato Stretto di Bering, ha una storia particolare. Prende il nome da Vitus Bering, esploratore danese al servizio della Russia, che nel XVIII secolo esplorò queste terre artiche per conto dello Zar.
Il viaggio esplorativo di Vitus Bering del 1741 per conto della Russia portò i primi europei in Alaska. Le preziose pellicce di lontra marina che riportarono in patria attirarono l’interesse del Regno Russo, che stabilì insediamenti permanenti nella regione.

Per oltre un secolo, dal 1741 al 1867, l’Alaska fu effettivamente territorio russo. La vendita agli Stati Uniti per 7,2 milioni di dollari – una somma considerata irrisoria all’epoca – rappresentò uno degli affari immobiliari più discussi della storia americana. Molti americani la definirono “Follia di Seward”, dal nome del Segretario di Stato che negoziò l’acquisto.
Oggi, scegliere l’Alaska per un incontro diplomatico di tale portata trasmette messaggi multipli. Dal punto di vista logistico, rappresenta un territorio neutro ma americano, abbastanza lontano da Washington per suggerire un approccio meno formale, ma abbastanza strategico da sottolineare l’importanza dell’evento.
La senatrice dell’Alaska Lisa Murkowski ha espresso la speranza che questo incontro nel suo stato possa contribuire a porre fine al conflitto in Ucraina. La posizione geografica dell’Alaska, ponte naturale tra America e Russia attraverso l’Artico, la rende simbolicamente appropriata per discussioni che mirano a riconciliare due potenze mondiali.
L’Alaska, infine, conserva un fascino particolare nell’immaginario collettivo americano visto il suo status di “Ultima Frontiera”, con i territori selvaggi e incontaminati, lontani dalle convenzioni della politica tradizionale. Questa caratteristica potrebbe favorire un clima di dialogo più aperto e diretto tra i due leader.