Fanno ancora discutere i nastri audio su cui sarebbe stata incisa la voce di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana di cui si sono perse le tracce il 22 giugno del 1983. Il 17 luglio dello stesso anno l’ANSA ricevette infatti delle audiocassette in cui si ascolta una giovane donna che subisce violenza. Secondo il padre della Orlandi prima e il fratello della vittima poi, la voce sarebbe proprio quella di Emanuela. Tuttavia, gli inquirenti sarebbero molto meno certi di questo.
Nella prima parte dell’audio che potete sentire qui sopra si ascoltano le parole di una giovane donna che rantolando dice “Non voglio“. Urla più volte, “Basta, ahia mi fa male” e aggiunge, “C’è il sangue, ma che cos’è?“. La ragazza in certi punti sembra avere la bocca coperta, quasi volessero impedire di parlare. “Oddio, mi hai fatto male. Mi sento male. Mi lasci dormire adesso?“, dice a un certo punto. Sul finale si ascolta anche, “Oddio, perché vuoi farmi così, perché?“.
Ma andiamo con ordine. Il primo documento audio è finito nella sede dell’agenzia di stampa, in via della Dataria, a meno di un mese dalla sparizione della Orlandi. E successivamente prelevato dall’agente della Digos, Pasquale Viglione. Il secondo, invece, si trovava sotto al colonnato in piazza San Pietro, quattro giorni prima rispetto all’arrivo dei nastri all’Ansa.
I nastri sono tagliati in più parti e questo ha fatto pensare che siano stati realizzati ad hoc. Sul lato A si ascolterebbero delle voci straniere che chiedono la liberazione di Alì Agca, il terrorista turco che tentò di uccidere Giovanni Paolo II, il 13 maggio 1981. Mentre sul lato B è nitida la voce di una ragazza che sta subendo violenza.
Secondo il fratello della Orlandi, Pietro, da anni impegnato in prima linea per far luce su questo mistero ancora oscuro, non ci sono dubbi sul fatto che la voce sia quella di sua sorella. Durante la puntata di Di martedì del 7 aprile 2023, Orlandi ha spiegato: “All’inizio il nastro lo ha ascoltato solo mio padre: quella sera stessa ci ha detto che gli sembrava di aver riconosciuto la voce di Emanuela. Soprattutto quando diceva per favore fatemi dormire. Poi, qualche giorno dopo gli inquirenti ci dissero che si trattava di spezzoni di un film porno messi insieme da un mitomane. E mio padre si tranquillizzò“.
Successivamente, nel 2016, con la chiusura dell’inchiesta, Pietro decise di ascoltare il CD audio con il contenuto del nastro (l’originale è scomparso), confermando l’impressione che ebbe per primo suo padre Ercole. “Ho avuto la sensazione che si trattasse di mia sorella, ne sono abbastanza certo“. A dargli sicurezza anche un documento del Sismi, il Servizio informazioni e sicurezza militare, ritrovato dallo stesso Orlandi. Secondo cui non ci sarebbe stata alcuna finzione: quella era davvero la voce di Emanuela Orlandi.