A sei mesi dall’affondamento del Bayesian, a Porticello, poco lontano da Palermo è ancora grande il mistero sulle cause della tragedia costata la vita a sette persone. Sarà il recupero (difficilissimo) del relitto a far luce sulla dinamica dell’incidente. Lo yacht sarà recuperato a metà aprile. Lo ha deciso la procura di Termini Imerese al termine di una riunione con gli investigatori della guardia costiera e gli avvocati del consorzio di assicurazioni che ha stipulato la polizza con la società che gestisce la nave per conto degli armatori. La società che si occupa del recupero avrà a disposizione una chiatta per le operazioni. Il veliero verrà recuperato senza l’albero di 75 metri, che sarà tagliato all’altezza del boma.

Nei giorni successivi all’affondamento è stato possibile ricostruire la dinamica. Era una notte tranquilla quella del 19 agosto 2024, quando una tempesta improvvisa ha trasformato il mare in un vortice di caos e distruzione. Alle 4:15 del mattino, un razzo di segnalazione ha evidenziato la catastrofe. Il superyacht Bayesian, un’imbarcazione di lusso considerata praticamente inaffondabile, era scomparso sotto le onde in soli 16 minuti.
Le prime ipotesi parlavano di una tromba marina, ma gli investigatori, in seguito, concordarono sul fatto che a colpire il Bayesian fosse stato un cosiddetto downburst, ovvero un vento discendente estremamente potente e localizzato, che ha investito la nave con raffiche di oltre 100 km/h. Questo fenomeno atmosferico, spesso imprevedibile, può causare danni paragonabili a quelli di un tornado. Tuttavia, mentre altre imbarcazioni vicine sono riuscite a resistere, il Bayesian è colato a picco.
Una delle principali teorie riguarda la posizione della chiglia. Se fosse stata completamente abbassata, avrebbe potuto stabilizzare l’imbarcazione e impedire il ribaltamento. Invece, il relitto è stato trovato con la chiglia parzialmente sollevata, riducendo la capacità di resistenza al vento. Inoltre, si sospetta che alcune aperture della nave, in particolare un portello posteriore o un’entrata laterale, siano rimaste aperte, permettendo all’acqua di invadere rapidamente gli interni.
Dei 22 occupanti, 15 sono riusciti a mettersi in salvo su una zattera di salvataggio. Altri, invece, sono rimasti intrappolati nelle cabine. Le squadre di recupero hanno impiegato giorni per riportare in superficie i corpi, trovati in una zona della nave dove si erano rifugiati in cerca di sacche d’aria.
Il capitano, James Cutfield, ha dichiarato di non aver previsto una simile tempesta, ma le previsioni meteorologiche indicavano condizioni pericolose già dalla sera precedente. Un esperto del cantiere che aveva costruito il Bayesian ha sottolineato che, in caso di allerta meteo, il protocollo prevedeva la chiusura ermetica di ogni apertura, il sollevamento dell’ancora e il posizionamento della prua controvento. Nulla di tutto questo sembra essere stato fatto in tempo.
La procura siciliana ha aperto un’indagine per omicidio colposo e naufragio colposo.
Situato a 50 metri di profondità, il relitto sarà ora portato alla luce e i costi dell’operazione si preannunciano alti.