Papa Francesco è morto oggi, lunedì 21 aprile. Il Pontefice si trovava a Roma, a Casa Santa Marta, dove era stato trasferito dopo il ricovero al Gemelli. Ieri, durante la Pasqua, aveva impartito la benedizione Urbi et Orbi, con un messaggio fortissimo improntato alla pace:
“Vorrei che tornassimo a sperare che la pace è possibile. Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo. L’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo“.
Jorge Mario Bergoglio, noto al mondo come Papa Francesco, è stato il 266º pontefice della Chiesa cattolica e il primo Papa gesuita della storia. La sua elezione al soglio pontificio il 13 marzo 2013 ha segnato una svolta epocale, essendo il primo Papa proveniente dall’America Latina e il primo a scegliere il nome Francesco in onore di San Francesco d’Assisi. La sua vita e il suo pontificato hanno lasciato un’impronta molto forte nella storia della Chiesa e del mondo contemporaneo.
Nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936 da una famiglia di origine piemontese, Jorge Bergoglio si diplomò in chimica prima di entrare nella Compagnia di Gesù nel 1958. Compiuti gli studi umanistici in Cile e laureatosi a Buenos Aires in Filosofia, dal 1964 al 1967 è stato professore di Letteratura e di Psicologia.

Ordinato sacerdote nel 1969, si distinse per il suo impegno pastorale e la sua semplicità di vita. Divenne Provinciale dei Gesuiti in Argentina nel 1973, in un periodo segnato da forti tensioni politiche nel Paese. La sua esperienza durante la dittatura militare argentina (1976-1983) fu oggetto di dibattito, ma è noto che si adoperò per salvare molte persone perseguitate dal regime.
Nel 1992 fu nominato vescovo ausiliare di Buenos Aires e nel 1998 assunse il ruolo di arcivescovo, dedicandosi con particolare attenzione ai poveri e agli emarginati. Crebbe rapidamente in autorevolezza all’interno della Chiesa, tanto da essere creato cardinale da Giovanni Paolo II nel 2001. Durante il conclave del 2005, in cui venne eletto Benedetto XVI, il suo nome figurava già tra i papabili. Otto anni dopo, a seguito della storica rinuncia di Benedetto XVI, fu eletto Papa.

Papa Francesco si distinse per il suo stile pastorale improntato alla semplicità e alla vicinanza ai fedeli. Un’impostazione mantenuta fino alla fine con delle ultime volontà che in qualche modo hanno semplificato il cerimoniale per la morte. Fin dall’inizio rifiutò i segni esteriori del potere, scegliendo di risiedere nella Domus Sanctae Marthae anziché negli appartamenti pontifici. La sua predicazione si basò su temi chiave come la misericordia, la giustizia sociale, la tutela dell’ambiente e il dialogo interreligioso.
Tra i momenti più significativi del suo pontificato si ricordano l’enciclica Laudato si’, che affronta la questione ecologica, e Fratelli tutti, un forte appello alla fraternità universale. Fu anche un pontefice riformatore, avviando una profonda revisione della Curia romana e affrontando con determinazione le crisi legate agli scandali finanziari e agli abusi nella Chiesa.
Non sono mancati però anche gli scivoloni, come quando, la scorsa primavera, parlò di eccessiva “frociaggine” in Vaticano, riferendosi all’opportunità o meno di ammettere gli omosessuali in seminario.
Papa Francesco si guadagnò il titolo di “Papa del popolo” per la sua vicinanza ai più deboli e il suo richiamo costante a una Chiesa povera per i poveri. Con il suo stile diretto e a volte spiazzante, conquistò credenti e non credenti, cercando di rendere la Chiesa più aperta e accogliente. La sue spoglie non riposeranno a San Pietro, ma nella basilica di Santa Maria Maggiore.