La miniserie svedese La Prova, distribuita da Netflix, ha catturato l’attenzione globale per la sua rappresentazione di uno dei casi criminali più sconvolgenti in Europa. Basata su un doppio omicidio avvenuto nel 2004 a Linköping, la serie racconta la lunga strada verso la risoluzione del caso, resa possibile solo grazie a una rivoluzionaria tecnica di genealogia forense.
La mattina del 19 ottobre 2004, Linköping fu scossa da un crimine efferato. Mohammed Ammouri, un bambino di 8 anni, fu aggredito a coltellate mentre andava a scuola. Anna-Lena Svensson, una donna di 56 anni, intervenne per cercare di aiutare il bambino, ma venne anch’essa brutalmente accoltellata. Entrambi morirono poco dopo. Mohammed per una ferita mortale alla gola e Anna-Lena durante un intervento chirurgico.
Gli investigatori trovarono tracce di DNA sulla scena del crimine, inclusi un cappello insanguinato e l’arma del delitto, ma non riuscirono a identificare il killer. Per anni, il caso rimase irrisolto, alimentando un senso di paura e impotenza nella comunità locale.
Nel 2020, dopo anni di indagini infruttuose, il caso venne riaperto grazie alla genealogia forense, una tecnica innovativa che consente di risalire al sospetto tracciando l’albero genealogico attraverso database pubblici di DNA. Il genealogista Peter Sjölund, coinvolto nelle indagini, riuscì a ricostruire un albero genealogico che risaliva a oltre 200 anni prima, portando infine all’identificazione di Daniel Nyqvist.
Nyqvist, che all’epoca degli omicidi aveva 21 anni, confessò subito dopo il suo arresto. Egli dichiarò di aver agito spinto da voci nella sua testa e di aver scelto le vittime a caso. Gli psichiatri determinarono che soffriva di un grave disturbo psicotico, motivo per cui fu condannato a cure psichiatriche invece che alla prigione.
La risoluzione del caso segnò la prima volta in Europa in cui la genealogia forense venne utilizzata per risolvere un omicidio. Questo evento ha aperto nuove possibilità per le indagini sui crimini, ma ha anche sollevato questioni etiche legate alla privacy e all’utilizzo di dati genetici pubblici.
La serie “La Prova” è diretta da Lisa Siwe e scritta da Oskar Söderlund e alterna due linee temporali: le immediate conseguenze del crimine nel 2004 e l’indagine del 2020. I personaggi principali, John (ispirato al detective Jan Egon Staaf) e Per (ispirato a Peter Sjölund), incarnano la determinazione di chi non si arrese mai alla possibilità che il caso rimanesse irrisolto. Pur prendendo alcune libertà creative, la serie rimane fedele agli eventi principali e si concentra sugli aspetti umani della tragedia.