Margherita Botto, 74 anni, era affetta da una grave malattia, un adenocarcinoma ai polmoni, al terzo stadio e per questo motivo ha deciso di ricorrere al suicidio assistito, il 28 novembre 2023, in Svizzera. In una lettera, la traduttrice di libri e professoressa di lingua e letteratura francese aveva spiegato: “Le mie speranze di giungere alla guarigione e di tornare a una qualità di vita almeno soddisfacente sono ridotte o nulle. Il proseguimento del protocollo di cura mi porterebbe a ulteriori sofferenze per un anno o più senza probabilità di successo”.
Il fratello di Margherita, Paolo Botto ha raccontato che la signora aveva fatto una vita tutto sommato dignitosa fino alla metà di agosto, continuando a lavorare su progetti letterari, poi le sue condizioni di salute sono precipitate. Al Corriere, Paolo ha detto: “Fino al 15 agosto scorso mia sorella era stata attiva e indipendente e aveva finito di licenziare le bozze di un libro del premio Nobel Pamuk. Da lì in poi a causa della malattia si è trasformata in un’invalida: camminava molto lentamente, non poteva più leggere perché aveva un’insopportabile pressione alla testa causata da un’estesa trombosi, causata a sua volta da un tumore avanzato al torace, non operabile” Un quadro clinico che non consentiva neppure terapie farmacologiche adeguate: “Il secondo ciclo di chemio è stata disastroso al punto che i medici hanno deciso di sospenderlo”
“Mia sorella ha sempre voluto andarsene senza soffrire e senza continuare a fare la vita da invalida che aveva cominciato a fare. Io ho cercato di aiutarla nelle pratiche presso questa organizzazione svizzera che dopo otto settimane di lettere e documentazioni e bonifici ha approvato la procedura”
L’adenocarcinoma polmonare è il tumore maligno più comune che colpisce il polmone. Si tratta di una formazione tumorale composta da cellule epiteliali impazzite che si trovano a proliferare nei tessuti polmonari in una maniera decisamente difficile, se non impossibile, da controllare. Nel terzo stadio di questa malattia sono coinvolti tumori di dimensioni superiori a 5 centimetri che hanno invaso i linfonodi regionali e delle strutture anatomiche che si trovano adiacenti.
Paolo Botto, con Marco Cappato e Cinzia Fornero dell’Associazione Soccorso Civile, assistiti dall’avvocata Filomena Gallo, si sono presentati ieri alla caserma dei Carabinieri per autodenunciarsi. Soccorso Civile ha organizzato il viaggio verso la clinica svizzera e tutto quello che serviva per arrivare al fine vita.