Un infermiere in Norvegia può guadagnare tra i 2,800 e 3,500 euro al mese lordi: la conferma arriva da un recente annuncio di recruitment a carico del sistema sanitario norvegese, che cerca infermieri (anche italiani) giovani e anche con poca esperienza nel campo, con uno stipendio tra i più alti d’Europa ed alloggio e bollette pagate dalla Sanità del paese scandinavo, almeno per i primi mesi. Un’offerta di lavoro che dal 2021 ad oggi ha attratto nel paese dei fiordi più di 50 infermieri italiani, anche se il numero più massiccio sta per arrivare dopo la pubblicazione dell’offerta allettante.
Turni di lavoro di 37,5 ore a settimana, 30 giorni di ferie all’anno garantiti, tra i 45.000 e i 60.000 euro lordi guadagnati in 12 mesi, alloggio e bollette pagate (almeno nei primi mesi) dal sistema sanitario norvegese. Questi sono i numeri allettanti degli stipendi tipo degli infermieri in Norvegia, una conferma che ci arriva dalle specifiche dell’annucio di recruitment del sito Global Working, che da 9 anni cerca nuovi infermieri da tutta Europa per lavorare nel paese scandinavo. Un’offerta impossibile da rifiutare, tanto che dal 2021 ad oggi oltre 50 giovanissimi infermieri del nostro Paese si sono già trasferiti lì, e molti altri arriveranno in risposta alla chiamata del sistema sanitario del Paese del Nord Europa.
Ma attenzione al pericolo “fuga di cervelli” nel settore sanitario italiano: “Le offerte di lavoro in arrivo dalla terra dei fiordi sono allettanti, davvero difficili da rifiutare […] tutto legittimo per carità, anzi per le famiglie dei nostri giovani laureandi è motivo d’orgoglio e soddisfazione che un figlio trovi sistemazioni lavorative così solide in chiave futura subito dopo gli studi, peccato che tali possibilità non arrivino in Italia.”, ha spiegato Antonio De Palma, presidente nazionale degli infermieri Nursing Up.
Un’alternativa valida, quella norvegese, che rischia così di “spopolare” le corsie degli ospedali e delle cliniche pubbliche e private italiane, piagate da uno degli stipendi più bassi d’Europa in assoluto: “L’alternativa sono i turni massacranti degli ospedali di casa nostra, le violenze perpetrate nelle corsie, uno stipendio tra i più bassi d’Europa”, ha continuato a spiegare De Palma. Chissà se questa fuga di cervelli dall’Italia all’estero sia campanello d’allarme per il nostro sistema sanitario e le sfide future che dovrà necessariamente affrontare per tenersi i giovani infermieri neo-laureati entro i confini nazionali!