Lo scandalo legato al finanziere Jeffrey Epstein si arricchisce di nuovi dettagli. Il New York Times ha reso pubbliche, qualche ora fa, alcune lettere inedite inviate al defunto magnate — arrestato nel luglio 2019 con l’accusa di tratta di esseri umani a fini sessuali e morto suicida nel carcere di New York nello stesso anno — da diverse personalità di spicco, insieme a fotografie scattate all’interno della sua dimora di Manhattan. Lo scenario, se ce ne fosse ancora bisogno, non è dei più edificanti. Partiamo dalla domanda: chi ha scritto a Epstein? Poi arriveremo al cosa e al dove.
I documenti rivelano corrispondenze inviate per celebrare il 63° compleanno di Epstein, nel 2016, tra cui lettere dell’ex primo ministro israeliano Ehud Barak, del magnate dei media Mortimer Zuckerman e del regista Woody Allen. La lettera firmata da Barak e da sua moglie si distingue per i toni elogiativi e amichevoli. I coniugi definivano Epstein “una persona dalla curiosità senza limiti” e lo descrivevano come “un collezionista di persone” che conosce tutto di tutti. Una frase che, considerati i metodi utilizzati da Epstein per documentare la vita privata dei suoi ospiti (foto, registrazioni, video) e le accuse a suo carico, assume un’aura sinistra.
Ma è Woody Allen a offrire uno spaccato inquietante dei ricevimenti organizzati nella residenza dell’Upper East Side. Oltre a menzionare feste affollate da “politici, scienziati, insegnanti, maghi, comici, intellettuali, giornalisti” e persino “membri di famiglie reali” (il riferimento potrebbe essere al principe Andrea), Allen descrive la casa di Epstein come un “Castello di Dracula dove Lugosi ha tre giovani vampire che servono”. Ricordiamo che Epstein era accusato di sfruttamento di giovani donne.
Non solo. Le fotografie pubblicate dal quotidiano newyorchese mostrano l’interno della dimora a sette piani, rivelando telecamere di sorveglianza posizionate nelle camere da letto e una prima edizione di Lolita esposta nello studio del magnate, accanto a una tigre impagliata. Il romanzo di Nabokov racconta la storia di un uomo di mezza età ossessionato da una bambina di dodici anni.

Nella cosiddetta “stanza dei massaggi” — luogo dove molte vittime minorenni, tra cui Virginia Giuffre, hanno dichiarato di aver subito abusi — erano presenti dipinti di donne nude, scaffali pieni di lubrificanti e una grande palla d’argento con catena. L’atrio centrale della casa era decorato con una scultura sospesa che raffigurava una donna in abito da sposa mentre stringeva una corda.
Tra le decine di fotografie incorniciate presenti nell’abitazione, alcune mostravano Epstein insieme a figure di primo piano come Papa Giovanni Paolo II, Mick Jagger, Elon Musk, Fidel Castro, Bill Clinton (che, insieme alla moglie Hillary, è stato citato in giudizio per testimoniare nell’indagine del Congresso su Epstein) e il principe saudita Mohammed bin Salman. Una cornice particolare conteneva una banconota firmata dal cofondatore di Microsoft, Bill Gates, con il messaggio “Mi sbagliavo!”, forse riferito a una scommessa persa.
Altri personaggi che avevano inviato lettere di compleanno includevano il linguista Noam Chomsky e sua moglie. Molti di loro hanno rifiutato di commentare o non hanno risposto alle richieste del quotidiano. Naturalmente, in questo calderone, è finito anche Donald Trump: il Wall Street Journal ha riportato l’esistenza di una lettera di auguri del 2003 contenente uno schizzo di una donna nuda.
Trump ha negato categoricamente e ha intentato una causa per diffamazione contro il giornale.