Nelle ultime ore, l’ennesima strage negli Stati Uniti a opera di un giovane armato, sta facendo discutere per la brutalità del gesto e per i risvolti inquietanti che sta mostrando. Due bambini di 8 e 10 anni sono stati uccisi e almeno 17 persone sono rimaste ferite (al 7 bambini sono in condizioni gravi) in una sparatoria avvenuta nella Unification Church, di fronte alla Cristo Rey High School a Minneapolis. L’attentatore – Robin Westman, 20 anni, ex studente della stessa scuola, senza precedenti penali, vestito di nero e armato di fucile – si sarebbe tolto la vita. Sul fucile del killer è stata trovata la scritta ‘Uccidi Trump‘ (kill Trump). Secondo quanto riportato dall’ANSA, il video che mostrava i caricatori con la scritta, sarebbe stato diffuso su YouTube, più o meno alla stessa ora della sparatoria.
Il filmato è stato poi rimosso dall’FBI che lo sta analizzando, assieme ad altri documenti che mostrano l’ossessione di Westman per i grandi massacri del passato, compreso quello di Sandy Hook compiuto da Adam Lanza.
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Le autorità federali, dunque, stanno indagando a 360 gradi per ricostruire la dinamica dell’omicidio e accertare se esista un effettivo collegamento tra il killer e la minaccia contro l’ex presidente Trump. L’ipotesi di un movente politico è al vaglio degli inquirenti. Secondo il direttore del Bureau, Kash Patel, l’attacco verrà considerato al momento come “terrorismo domestico e crimine d’odio verso i cattolici“.
Tuttavia, un gesto del genere andrebbe ascritto a una patologica inquietudine giovanile che pervade da anni una società dove accedere alle armi è facilissimo. Non dimentichiamo che, nel luglio 2024, fu un altro ventenne, Thomas Matthew Crooks, a premere il grilletto contro Donald Trump durante un comizio elettorale. E possedeva un AR-15, arma utilizzata in genere nelle stragi di massa.
Il governatore del Minnesota, Tim Walz, designato come vice presidente da Kamala Harris nelle scorse presidenziali americane, ha condannato l’attacco definendolo “un orribile atto di violenza”. Anche Papa Leone XIV (il primo pontefice americano della storia) si è dichiarato “profondamente rattristato”.