Con un vero e proprio show, nelle scorse ore il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha introdotto nuovi dazi sulle importazioni di prodotti provenienti dall’Unione Europea, colpendo in particolare il Made in Italy. In sostanza, tutto quello che proviene dal Vecchio Continente subirà una imposta di quota più o meno elevata. Una misura protezionistica che mira a “difendere” l’industria statunitense, privilegiando tutto quello che è “fatto in casa”, ma rischia di penalizzare non solo i produttori italiani, ma anche i consumatori americani. I quali potrebbero presto fare a meno di una serie di prodotti italiani di grande consumo. I nuovi dazi, che variano dal 10% al 50% a seconda della categoria, riguardano soprattutto prodotti agroalimentari e beni di lusso.
Tra gli articoli italiani che subiranno i maggiori aumenti di prezzo sul mercato statunitense troviamo:
- Vino e bevande alcoliche: aumento delle tariffe fino al 20%, con effetti negativi sulla competitività dei vini italiani negli USA.
- Formaggi: il Parmigiano Reggiano e altri formaggi DOP italiani affronteranno un dazio aggiuntivo del 20%, portando la tariffa totale al 35%.
- Olio d’oliva e pasta: entrambi i prodotti rischiano rincari significativi a causa dell’aumento dei costi di importazione.
- Moda e lusso: il settore tessile italiano, già in difficoltà a causa del rallentamento economico globale, potrebbe subire un ulteriore impatto negativo.
Secondo un’analisi della Coldiretti, i nuovi dazi potrebbero costare ai produttori italiani fino a 2 miliardi di euro, influenzando le esportazioni e riducendo la domanda da parte dei consumatori americani.

Ma non finisce qui. C’è uno spettro che aleggia sul mondo in questo momento ed è il rischio di “dazi reciproci”. L’Unione Europea ha reagito definendo i dazi statunitensi “ingiustificati” e minacciando misure di ritorsione. Se queste venissero applicate, si entrerebbe, appunto, in un meccanismo di “dazi reciproci”, una situazione in cui due paesi o blocchi economici impongono tariffe doganali l’uno contro l’altro in risposta a provvedimenti considerati dannosi. Questo scenario potrebbe inasprire le tensioni commerciali e generare un effetto domino su diversi settori economici.
L’imposizione di dazi non solo rischia di frenare il commercio internazionale, ma potrebbe avere ripercussioni sui rapporti diplomatici tra Stati Uniti ed Europa, forse ai minimi storici dopo che giorni fa il vice presidente americano J.D. Vance aveva definito l’Europa “parassita”. Alcuni esperti sottolineano che le misure protezionistiche potrebbero spingere i consumatori americani a cercare alternative a prodotti italiani, mentre le aziende europee potrebbero esplorare nuovi mercati per compensare le perdite negli USA.
Al momento, Bruxelles valuta contromisure per contrastare l’impatto delle nuove tariffe. La situazione resta in evoluzione, con possibili sviluppi nei prossimi mesi che potrebbero ridefinire le relazioni commerciali transatlantiche.