Il pensiero debole è una teoria filosofica di uno dei principali esponenti del post-modernismo: Gianni Vattimo che insieme a Pier Aldo Rovatti ha sviluppato un modo etico per descrivere e concepire la filosofia. Le origini del loro pensiero risalgono a Nietzsche e Heidegger e comprendono una concezione di nichilismo visto in una forma particolare. In maniera più radicata è un pensiero antifondazionalista, post-metafisico, ma non in senso relativista. Nel pensiero debole non si parla di verità assoluta anzi si tende a mettere in discussione lo stesso concetto di verità.
Secondo questa prospettiva c’è la continua messa in discussione dei valori tradizionali che sarebbero diventati tali solo a causa di precise condizioni storiche che oggi non sussistono più. È come se con il pensiero debole si venga a perdere l’idea stessa della filosofia e di quei principi incontrovertibili. Oltre a questo, Vattimo – che si è spento a Rivoli all’età di 87 anni – aveva anche posizioni ambientaliste soprattutto in favore dei diritti degli animali. Aveva anche dichiarato: “In un’epoca in cui l’umanità si vede sempre più minacciata nelle stesse elementari possibilità di sopravvivenza (la fame, la morte atomica, l’inquinamento) la nostra radicale fratellanza con gli animali si presenta in una luce più immediata ed evidente“.
Considerato uno degli intellettuali più influenti degli ultimi anni si è contraddistinto per un pensiero fortemente radicato a sinistra. Ha militato anche in politica tra il Partito dei Valori e il Partito Comunista.