Oskar Schindler fu un industriale tedesco e membro del Partito Nazista, noto per aver salvato oltre 1.100 ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. La sua incredibile storia è alla base del capolavoro di Steven Spielberg, Schindler’s List – La lista di Schindler.
Nato il 28 aprile 1908 a Zwittau, in quella che oggi è la Repubblica Ceca, Oskar Schindler era figlio di un produttore di macchine agricole, cresciuto in una famiglia etnicamente tedesca e cattolica. Dopo una giovinezza segnata da affari fallimentari e una condotta tra agi e sregolatezze, Schindler aderì al Partito Nazista nel 1939, spinto più dall’opportunismo che da convinzioni ideologiche. Fu durante l’occupazione nazista della Polonia che qualcosa nella sua vita si trasformò.
Schindler trasferì la sua attività a Cracovia, dove nel 1939 rilevò una fabbrica di smaltatura appartenente a ebrei espropriati. Rinominata Deutsche Emaillewaren-Fabrik (Emalia), la fabbrica divenne un rifugio per centinaia di ebrei costretti al lavoro forzato. Approfittando dei legami con ufficiali nazisti e delle sue capacità di persuasione, Schindler riuscì a proteggere i suoi operai dalla brutale violenza del comandante del campo di Plaszów, Amon Göth. Convincendo i nazisti che i suoi lavoratori erano essenziali per lo sforzo bellico, evitò loro la deportazione ad Auschwitz.

Nel 1944, con l’approssimarsi della fine della guerra, Schindler trasferì la sua fabbrica a Brünnitz, vicino alla sua città natale, per continuare a proteggere i suoi lavoratori. Fu in questa fase che nacque la famosa “Lista”, un elenco di circa 1.100 ebrei salvati grazie al suo interessamento. In questa nuova fabbrica, i lavoratori furono impiegati nella produzione di munizioni volutamente difettose, sabotando così l’utilizzo bellico.
La dedizione di Schindler ebbe un costo personale elevato. Durante il conflitto, venne arrestato tre volte dai nazisti per sospetti di corruzione e aiuto agli ebrei. Al termine della guerra, abbandonò la Polonia insieme a sua moglie Emilie e, perseguitato per il suo passato di spionaggio durante la guerra, si rifugiò in Argentina. Dopo diversi insuccessi economici, tornò in Germania negli anni Cinquanta, sostenuto finanziariamente da alcune delle persone che aveva salvato.
Qui, Oskar Schindler morì nel 1974, quasi dimenticato. Oggi è sepolto a Gerusalemme, unico membro del Partito Nazista a ricevere l’onore di essere interrato nello Stato di Israele, riconosciuto come Giusto tra le Nazioni.