Anche le bambole hanno una mamma. E questo vale soprattutto per la più famosa, bionda, filiforme e professionalmente versatile apparsa sul mercato. Di chi stiamo parlando? Ovviamente di Barbie e, soprattutto, della sua creatrice Ruth Handler. Tutto ha inizio negli anni Cinquanta. A quel tempo la Handler era già presidente della Mattel Tom Company. Il colpo d’ingegno, però, arriva in un giorno come un altro guardando la figlia Barbara giocare con le sue bambole di carta.
La piccola, infatti, inventava delle storie da grandi ambientate in mondo che somigliava a quello reale. Ecco, dunque, che nella mente di Ruth prende forma l’idea di una bambola adulta chiamata, appunto, Barbie dal diminutivo della figlia.
Ma come è arrivata la Handler ad essere una delle imprenditrici di maggior successo in un periodo storico che non offriva molte possibilità alle donne? Iniziamo con il dire che la sua vita non è sempre stata facile. Soprattutto all’inizio, Decima figlia d’immigrati polacchi negli Stati Uniti, inizia a lavorare presto nella drogheria di famiglia e, altrettanto velocemente, si sposa. Lui è Elliot Handler, conosciuto sui banchi di scuola Di fatto è lui a fondare la Mattel come una piccola società per produrre cornici in legno.
Il mondo dei giocattoli, dunque, è molto lontano fino a quando, almeno, non ha iniziato a produrre anche piccoli mobili per le bambole dell’epoca. La situazione, però, inizia a cambiare quando Ruth, durante un viaggio in Germania, vede le prime bambole con fattezze adulte. Tornata a casa, dunque, inizia ad elaborare il progetto con maggior convinzione. I risultati effettivi, però, si vedono nel 1959, quando Barbie arriva sul mercato. A decretare il suo successo, però, sono le feste di Natale. In quell’occasione, infatti, ne vengono venduti più di 350.000 pezzi. Un successo costruito anche grazie al contratto pubblicitario televisivo firmato dalla Mattel.
A questo punto l’azienda tedesca, produttrice della bambola Lilli, che aveva ispirato Ruth durante il suo viaggio, decide di fare causa per violazione di brevetto. Un’azione giuridica che termina con la vittoria della Mattel che nel 1964 acquisisce i diritti e termina la produzione di quel modello.
La vita di Ruth, però, continua a non essere in discesa. Negli anni Settanta le viene diagnosticato un tumore alla mammella che riesce a vincere, continuando a lavorare in modo imperterrito. La “mamma” di Barbie, infatti, morirà molti anni dopo, nel 2002, a 85 anni. Ricordiamo, inoltre, che la sua figura è stata omaggiata anche dal film Barbie, diretto da Greta Gerwig ed interpretato da Margot Robbie.