Ci sono immagini destinata a rimanere impresse per sempre nella memoria collettiva. Soprattutto per la loro tragicità. Tra queste ci sono, senza ombra di dubbio, quelle legate all’attentato alle Torri Gemelle di New York, meglio conosciuto come l’11 settembre 2001. In quell’occasione, in una mattina come tante dal cielo limpido, il mondo ha assistito praticamente in diretta all’impatto di due aerei di linea, dirottati e poi lanciati verso il Wolrd Trade Center.
Da quel momento si sono susseguiti velocemente una serie di eventi drammatici e terribili, dettati dalla disperazione e dalla consapevolezza di non aver più nessuna speranza. Tra questi sicuramente l’immagine conosciuta, successivamente, come The Falling Man. Si tratta di una fotografia scattata da Richard Drew in cui viene ritratto un uomo nel tentativo di sfuggire alle fiamme e al fumo causati dallo schianto dell’aereo. Uno scatto entrato nella Storia e destinato ad ispirare la letteratura successiva come, ad esempio, un personaggio del romanzo Molto forte, incredibilmente vicino di Jonathan Safran Foer e il protagonista di L’uomo che cade di Don DeLillo.
Come spesso accade, però, quell’immagine è stata carpita in modo del tutto casuale. Quella mattina, infatti, Richard Drew si trovava a Bryant Park per delle foto di moda. Durante i primi momenti dell’attentato, però, riceve dalla sua agenzia l’ordine di andare al World Trade Center. Arrivato sul posto inizia a scattare, colpito soprattutto dalle persone che, in preda alla disperazione, decidono di lanciarsi dalla Torre Nord poco prima che collassi su se stessa.
Ritornato negli uffici della Associated Press, poi, stampa le foto. Una di queste, chiamata poi The Falling Man, viene venduta al New York Times, che la pubblica il giorno successivo. Immediatamente, però, l’immagine viene criticata, considerandola un’intrusione poco rispettosa in un attimo assolutamente drammatico. Per questo motivo subirà delle censure, venendo debitamente evitata fino al 2007. In quell’anno, infatti, è sempre il New York Times che deciderà di pubblicarla nuovamente.
Ma chi era il protagonista di questo gesto estremo? Molte sono state le supposizioni poi smentite. In effetti non è semplice l’identificazione. A oggi, comunque, la più accreditata sembra essere quella che vede protagonista Jonathan Briley, un tecnico audio e ingegnere del suono di quarantatré anni. L’uomo era affetto da asma e, nel momento in cui gli ambienti hanno iniziato a riempirsi di fumo, sarebbe stato preso da vera disperazione.