Il film Il curioso caso di Benjamin Button, tratto da un racconto di F. Scott Fitzgerald, racconta la storia di un uomo che nasce con l’aspetto di un anziano e ringiovanisce col passare degli anni. Questo meccanismo narrativo ha acceso la fantasia del pubblico e sollevato, nel tempo, una domanda tanto ricorrente quanto affascinante: esiste davvero una malattia che fa “invecchiare al contrario”? La risposta breve è no: non esiste una patologia che provochi un’inversione temporale dell’invecchiamento biologico. Tuttavia, alcune condizioni rare, documentate dalla letteratura medica, possono creare un’illusione parziale di ciò che il film racconta, generando curiosità e confusione. La condizione che più spesso viene associata al concetto di “Benjamin Button” è la progeria, o più precisamente la sindrome di Hutchinson-Gilford, una malattia genetica ultra-rara che provoca un invecchiamento accelerato nei bambini. Si tratta della patologia che è stata fatale a Sammy Basso, attivista scomparso all’età di 28 anni a causa della grave malattia.

Al contrario della storia cinematografica, in cui il protagonista nasce vecchio e ringiovanisce, nella progeria i bambini nascono apparentemente sani ma iniziano a mostrare segni evidenti di invecchiamento precoce già nei primi anni di vita. La mutazione responsabile della patologia coinvolge il gene LMNA, che codifica per una proteina chiamata lamina A, fondamentale per la stabilità del nucleo cellulare. Una forma difettosa di questa proteina, nota come progerina, danneggia le cellule, accelerando il deterioramento dei tessuti.
La progeria non è una regressione dell’età, ma un’accelerazione dei suoi effetti. I bambini colpiti sviluppano rapidamente tratti tipici della vecchiaia, come perdita di capelli, osteoporosi, rigidità articolare e patologie cardiovascolari gravi. L’aspettativa di vita media non supera i 15 anni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità e il National Institutes of Health (NIH) classificano questa sindrome tra le cosiddette laminopatie, disordini genetici che colpiscono il nucleo delle cellule.
Al contrario, nella cultura popolare si è diffuso l’errato riferimento alla “malattia di Benjamin Button” per descrivere qualsiasi condizione che altera l’aspetto esteriore o il ritmo dello sviluppo fisico. In alcuni rari casi clinici, ad esempio, bambini con lipodistrofia o con alcune disfunzioni ormonali congenite possono manifestare caratteristiche somatiche considerate “adulte” in età precoce, ma si tratta di disturbi endocrini ben distinti dalla progeria. Nessuna di queste condizioni, tuttavia, comporta un ringiovanimento progressivo, né un’inversione biologica del tempo.
Il fascino della storia di Benjamin Button risiede nella sua metafora sul tempo. Dal punto di vista medico, però, la realtà è ben diversa. Nessuna malattia conosciuta provoca un ringiovanimento progressivo del corpo umano.