Nel linguaggio comune “perdere peso” e “perdere grasso” sono espressioni spesso usate come sinonimi. Tuttavia, e questa non è una buona notizia, si tratta di concetti profondamente diversi, sia dal punto di vista fisiologico che da quello della salute a lungo termine. La perdita di peso è una riduzione complessiva della massa corporea e può includere grasso corporeo, massa muscolare, contenuto intestinale e liquidi. Perdere grasso, invece, implica una riduzione selettiva del tessuto adiposo, in particolare di quello viscerale, che circonda gli organi interni ed è associato a un maggiore rischio cardiovascolare, diabete di tipo 2 e infiammazione sistemica.
La bilancia è cieca, ovvero non distingue tra questi elementi. Una persona può perdere diversi chilogrammi in pochi giorni semplicemente attraverso la disidratazione o una dieta a bassissimo contenuto di carboidrati (che riduce il glicogeno e l’acqua associata), senza che vi sia stato un effettivo calo del grasso corporeo. Lo evidenzia, tra gli altri, uno studio pubblicato sul Journal of Strength and Conditioning Research, che mette in guardia contro le variazioni rapide di peso come indicatore affidabile del progresso metabolico.

Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), è proprio il grasso corporeo in eccesso a rappresentare il principale fattore di rischio per numerose patologie croniche, motivo per cui le strategie dimagranti dovrebbero mirare a una riduzione della massa grassa piuttosto che al semplice calo ponderale.
Il perché è presto detto. Preservare la massa magra (muscoli, ossa, tessuti connettivi) durante un processo di dimagrimento è essenziale per mantenere un metabolismo attivo, una buona funzionalità immunitaria e una qualità della vita soddisfacente.
Numerosi studi, tra cui una revisione pubblicata su Obesity Reviews, sottolineano che un approccio focalizzato sulla perdita di grasso, abbinato a esercizio fisico (in particolare allenamento di resistenza) e alimentazione bilanciata, porta a risultati migliori e più duraturi.
Inoltre, la perdita muscolare è associata a un aumento del rischio di sarcopenia, invecchiamento precoce e ridotta capacità funzionale, soprattutto negli adulti sopra i 40 anni.
Per valutare se il corpo sta realmente perdendo grasso, esistono metodi accurati e pesarsi non è tra questi.
La DEXA scan (Dual-Energy X-ray Absorptiometry) è un metodo clinico molto preciso per analizzare composizione corporea e densità ossea. Poi c’è la Plicometria, che misura lo spessore delle pliche cutanee con apposite pinze, utile se effettuata da professionisti. Infine, le bilance a bioimpedenza che forniscono stime della massa grassa e magra, ma con margini di errore variabili.