Diciamo la verità. Ogni occasione è buona, in Italia, per parlare di cibo e di buon cibo. Anche il Conclave. Esiste infatti la cosiddetta “pasta del Conclave”, una pietanza frugale ma deliziosa che pare abbia origini antiche. Ricordate il Conclave più lungo della storia? Ebbene, pare che la ricetta sia nata proprio in quella circostanza. All’epoca, pur di far “muovere” i cardinali, venne razionato loro il cibo. Papa Gregorio X, eletto infine nel 1271, decise allora di imporre delle regole precise.
Stabilì infatti che, se i cardinali non fossero giunti a un verdetto entro tre giorni, avrebbero seguito una dieta da un solo piatto per pasto. Dopo otto giorni si sarebbe passati direttamente a pane, vino e acqua. Ed eccoci dunque a una pasta semplice ma nutriente, a base di formaggio, burro e pepe nero. Somigliante alla pastasciutta antifascista.

La preparazione è facilissima. Cuocete la pasta al dente (lunga o corta non importa) e mantecatela con abbondante burro e parmigiano, fino a ottenere una consistenza cremosa. Tocco finale, una spolverata di pepe nero macinato al momento.
La “pasta del Conclave” non compare nei testi liturgici né in documenti ufficiali della Curia. Si tratta piuttosto di una narrazione popolare, oggi consolidata in ambito mediatico e gastronomico. Ma è comunque una nota molto simpatica.