L’Ultima Cena, consumata da Gesù e dai suoi apostoli, è uno degli eventi più significativi del cristianesimo, legato al giovedì santo. Quale fu il menù, per così dire, della serata? Ebbene, si trattava di cibo legato alla tradizione pasquale ebraica, ovvero il pasto di Seder di Pesach, caratterizzato da una serie di alimenti simbolici. Tra i cibi presenti sulla tavola c’era il pane azzimo (matzà), un pane non lievitato che simboleggia la fretta con cui gli ebrei lasciarono l’Egitto, guidati da Mosè. Le erbe amare (maròr), come lattuga, cicoria selvatica o sedano, a memoria dell’amarezza della schiavitù. Il charoset, una salsa dolce a base di frutta secca e noci, simbolo della malta utilizzata dagli ebrei durante la prigionia. E poi l’agnello arrostito (zeròa), emblema del sacrificio dell’agnello durante l’Esodo. Nella tradizione ebraica c’è anche il beitzà, un uovo sodo, simbolo del lutto per la distruzione del Tempio.

Il vino, probabilmente rosso e diluito con acqua, era consumato in quattro calici, ciascuno a ribadire le promesse di Dio al popolo ebraico: la liberazione fisica dalla schiavitù, la fine dell’oppressione, l’intervento divino nella liberazione, la formazione del patto tra Dio e Israele. Durante l’Ultima Cena, Gesù riprese probabilmente uno di questi calici (diventato nella tradizione medievale il Sacro Graal) per introdurre il rito eucaristico: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue“.
Studi recenti suggeriscono che, oltre agli alimenti tradizionali, l’Ultima Cena potrebbe aver incluso altri cibi. Ad esempio, alcuni ricercatori ipotizzano la presenza di pesce condito con aromi e timo, e di tzir, una salsa di pesce simile al garum romano. Altri alimenti possibili includono olive con erbe alla menta, pistacchi, crema di datteri, cholent (uno stufato di legumi e carne) e dolci a base di frutta secca.
Le rappresentazioni artistiche dell’Ultima Cena, come quella di Leonardo da Vinci, spesso riflettono le abitudini culinarie del tempo dell’artista piuttosto che quelle dell’epoca di Gesù. Ad esempio, nel dipinto di Leonardo, alcuni studiosi hanno identificato piatti come anguille alla griglia guarnite con agrumi, un piatto non kosher e improbabile per un pasto pasquale ebraico.