Dopo tanta attesa, sarà a breve nei negozi la Nutella vegana, o meglio plant-based, la nuova creazione della Ferrero dedicata alle persone intolleranti al lattosio. E anche a coloro che non mangiano prodotti animali per scelta etica, di salute o sostenibilità e ai flexitariani (chi mangia pochissima carne e prodotti animali, dando la precedenza alle verdure). Il tappo è verde, l’etichetta riporta in bella vita la dicitura plant-based, ovvero a base vegetale. Il che ci porta direttamente alla lista degli ingredienti. Restano saldissimi zucchero, olio di palma, cacao, nocciole, lecitina di soia e vanillina. Ma al posto del latte scremato in polvere ci sono ceci e sciroppo di riso.
Finalmente è possibile curiosare sulle differenze rispetto alla Nutella classica. Il latte non è stato sostituito dalla bevanda di soia, ma dall’associazione tra un legume (proteico) e lo sciroppo di riso.
La notizia dell’arrivo della Nutella veg aveva già attirato una grande attenzione. Non solo da parte dei vegani, che stanno comunque crescendo sempre di più, occupando una fetta di mercato non più ignorabile. Ma anche dei semplici curiosi e dei critici di professione. La distribuzione del prodotto, realizzato nello stabilimento di Sant’Angelo dei Lombardi in provincia di Avellino, è iniziata nei supermercati di Italia, Francia e Belgio nel formato da 350 grammi al prezzo di 4,49 euro. Ed entro il 2025, arriverà anche in altri paesi europei.
La Nutella plant-based ha ottenuto dalla Vegetarian Society il marchio “Vegan Approved”. E rappresenta la prima vera grande apertura di Ferrero nei confronti dei vegani. Tuttavia, Ferrero è una multinazionale che per i suoi prodotti non sempre agisce rispettando tutti i canoni del pensiero vegan, ovvero sostenibilità ed etica al 100%. Questo è un aspetto che nei prossimi mesi sarà lungamente discusso all’interno della comunità veg.
Il mercato plant based, ovvero di cibi a base vegetali, ha raggiunto i 5,8 miliardi di euro di vendite in Europa. In Italia il settore vale circa 680 milioni di euro.