Il primo oro olimpico italiano ai Giochi di Parigi 2024 lo ha conquistato Nicolò Martinenghi in una strepitosa finale dei 100 rana. Una gioia per la spedizione azzurra che è stata a lungo celebrata. Ad attirare l’attenzione, però, oltre alla grande impresa sono stati quei segni tondi su braccia e schiena. Qualcosa di molto comune tra i nuotatori. Non sono lividi, ma semplicemente il risultato del cupping o coppettazione. Si tratta di una tecnica dell’antica medicina tradizionale cinese.
Si tratta di una terapia fatta per lenire i dolori muscolari che si realizza attraverso l’applicazione di coppette di vetro sulla cute. Nel punto dell’applicazione l’ossigeno viene rimosso attraverso una fiamma introdotta nella coppa con un fiammifero. Oppure, con un piccolo batuffolo di cotone imbevuto di alcol etilico all’interno della coppetta, a cui si dà fuoco. Dopo l’accensione del batuffolo si applica la coppetta che farà spegnere la fiamma poiché elimina tutto l’ossigeno. Il vuoto che si crea tra pelle, muscoli e coppa fa aumentare l’afflusso di sangue, provocando un miorilassamento e una sensazione di benessere.
L’arrossamento, che dà origine a quei segni che hanno proprio la forma della cup è del tutto normale. L’importante è che non sconfini nell’ematoma, ovvero che non porti alla rottura dei capillari con conseguente formazione del livido, antiestetico ma soprattutto doloroso.
Proprio per questo motivo, pur essendo innocua, la cupping therapy è sconsigliata a chi soffre di fragilità capillare. E in general su soggetti astenici, affetti da malattie croniche consuntive o con pelle troppo molle. Si fa solo, infine, solo su pelle integra
Come detto, il trattamento è in voga tra i nuotatori agonistici che mettono a dura prova i muscoli di schiena e braccia. Primo a portarlo alla ribalta fu il pluri campione olimpico americano Michael Phelps. Seguito dall’azzurro Gregorio Paltrinieri .