L’idea di un open space luminoso e senza barriere tra cucina, salotto e sala da pranzo ha dominato il panorama del design d’interni per decenni. Tuttavia, il post-pandemia ha cambiato le carte in tavola, evidenziando il lato oscuro di questa gestione dello spazio casalingo. Se da un lato favorisce socialità e ariosità, infatti, dall’altro può essere fonte di stress. In particolare, per chi lavora da casa o vive in famiglie numerose. In sostanza, con la crescita del lavoro da casa, un ambiente in cui non esiste uno spazio privato e intimo rischia di squilibrarci dal punto di vista psichico.
Chi ha inventato l’open space? Be’, tra i fautori di uno spazio casalingo senza muri divisori, c’è il leggendario architetto Frank Lloyd Wright, autore, tra le altre cose, dell’incredibile Guggenheim Museum di New York, il quale abbracciava una visione funzionale e comunitaria della casa, enfatizzando gli spazi di condivisione. Come detto, però, la pandemia ha spinto tutte e tutti noi a cercare luoghi di pace all’interno delle nostre case. Così, in barba a quelle decine di programmi televisivi di emittenti dedicate all’interior design e all’arredamento che pubblicizzavano l’open space, oggi vogliamo privacy e zone ben separate le une dalle altre.

Un’indagine condotta dalla National Association of Home Builders ha mostrato che il 64% degli intervistati preferisce abitazioni con spazi definiti piuttosto che con layout open-concept. Questo dato evidenzia come privacy e separazione funzionale degli spazi siano percepiti come fondamentali per sostenere la qualità della vita quotidiana.
Questo aspetto psicologico è ulteriormente esplorato da Tanisha Lyons-Porter, organizzatrice professionale, che attribuisce parte dello stress associato agli open space alla confusione visiva e alla cosiddetta “Clutter Fatigue”. La mancanza di pareti, infatti, unita a una riduzione di armadi e ripostigli, porta ad ambienti pieni di oggetti disordinati. E vivere in una casa disordinata non ci mette nelle condizioni migliori a livello psicologico.
Se proprio non si può fare a meno dell’open space, perché in certi casi una piccola metratura per la casa trae giovamento dalla mancanza di pareti, può e deve lavorare per migliorare l’ordine. Come? Usando mobili come divisori, aggiungendo tappeti per delimitare zone e scegliendo luci mirate per separare visivamente gli spazi.
Questi accorgimenti possono rendere gli open space più vivibili, senza sacrificare del tutto il loro fascino.