In questi giorni veniamo a conoscenza di un nuovo fenomeno che si definisce sindrome della ragazza fortunata (o lucky girl syndrome) che sta spopolando in rete, ma soprattutto sui social, riguardo al percorso di alcune influencer. Questa sindrome descrive uno stile di “pensiero positivo” secondo il quale basta vedere la vita e ciò che ci accade in maniera positiva e tutto andrà bene. Non solo: con questa visione della realtà si possono realizzare facilmente tutti i propri sogni, basta semplicemente volerlo e dirsi di sì. Ma è davvero così?
Questa nuova tendenza, però ha un lato oscuro. In psicologia sociale già il dottor Merton parlò negli anni ’70 della “profezia autoavverantesi”, ovvero la forza che esercitano le nostre convinzioni sul raggiungimento dei nostri obiettivi. È chiaro che questo però non basta. La “trappola” consiste proprio in questo: la persona che assume questo stile di pensiero, non considera delle determinanti personali quali il talento, lo studio, la ricerca, i contatti e altre determinanti esterne come dei produttori che aiutano mettendo delle risorse almeno iniziali (ad. esempio, Chiara Ferragni).
Le persone che sottovalutano o non prendono in considerazione questi fattori, difficilmente avranno successo solo per il semplice fatto che lo vogliano. E se questi risultati non arrivano, la persona può cadere in depressione e sentirsi sbagliata e incapace. Insomma, la conclusione è: per ottenere quello che si desidera, bisogna impegnarsi, fare tutto ciò che si può per migliorarsi e, perché no, avere anche un po’ di fortuna.