Il film La sala professori finisce con Oskar (Leonard Stettnisch) che si presenta in classe nonostante sia stato sospeso per aver rotto un vetro e rubato il pc della professoressa Carla Nowak (Leonie Benesch) allo scopo di eliminare il video che rappresenta una prova del furto commesso da sua madre, la signora Kuhn, nei confronti della Nowak. Kuhn lavorava come segretaria della scuola e, al culmine di una serie di furti inspiegabili, Nowak era riuscita a riprenderla, con una camera nascosta, mentre frugava nella sua giacca lasciata appositamente incustodita in sala professori.
Oskar, più volte invitato ad andarsene, resta in silenzio al suo posto. I suoi compagni di classe vengono fatti uscire e trasferiti in un’altra classe. Nowak resta in classe con lui, in silenzio. Passano le ore, e all’orario dell’uscita, la professoressa vede anche la madre di Oskar, la signora Kuhn, fuori scuola, in bici. La signora la guarda e va via. L’unico gesto che Oskar fa è consegnare alla professoressa il cubo di Rubik, da lui terminato. Possiamo interpretarlo come un gesto di stima nei confronti della docente, ma Oskar ha deciso comunque di opporsi al sistema scolastico che ha accusato sua madre di furto. Nel finale del film il ragazzo viene portato via dalla polizia, con tutta la sedia sulla quale è seduto.
Nel film diretto da İlker Çatak, la professoressa Nowak spesso è in contrasto con gli altri docenti su come seguire i ragazzi, e questi contrasti diventeranno ancora più netti, quando nella scuola si verificano una serie di furti. Gli insegnanti danno per scontato che i furti siano commessi da uno degli allievi e questo porta a perquisizioni e incidenti diplomatici con i genitori. Incidenti che non sono nulla in confronto con quello che succederà quando Nowak decide di lasciare una videocamera nascosta in sala professori, collegata al suo computer. Per cercare di individuare l’autore dei furti, Carla lascia anche la sua giacca con dei soldi nelle tasche, poggiata su una sedia. Nel video, finalmente, si vede qualcuno che fruga nelle tasche della giacca e va via. Il suo volto non viene inquadrato, ma vediamo la sua camicia, che ha una fantasia molto riconoscibile, a stelline gialle su fondo bianco.
Carla cerca un confronto sereno con la signora Kuhn in segreteria, ma quest’ultima si oppone. Un successivo confronto con la preside dà il via ad un caso che esplode tra le mura della scuola e coinvolge Oskar, in quanto figlio della segretaria e allievo di Carla, ma anche gli altri alunni della professoressa, i loro genitori e gli altri docenti. Carla ha sempre cercato di essere corretta e giusta, nel suo lavoro, ma si ritroverà tutti contro, anche se non ha fatto nulla. Ovviamente, la signora Kuhn, da fuori, manipola abilmente suo figlio, gli altri ragazzi e i loro genitori, per rendere la vita di Carla un incubo, ma alla fine la professoressa, riuscirà faticosamente a riprendere il controllo della situazione.