David Lynch, autore di veri capolavori del cinema e della TV come Velluto Blu, Mulholland Drive e Twin Peaks, non ha mai davvero avuto paura di sperimentare. E ha sorpreso il pubblico quando, tra il 2009 e il 2013, ha prestato la sua voce a Gus, il barman del locale The Broken Stool nella serie animata The Cleveland Show. Con una presenza in 22 episodi su 88, Lynch è stato una figura ricorrente nella serie, interpretando un personaggio che combina affabilità e stranezza. Gus, descritto come un barista di 117 anni con un passato oscuro (dalle fattezze identiche al regista), incarna perfettamente l’umorismo assurdo che ha reso celebre il cineasta, scomparso ieri all’età di 78 anni per l’aggravarsi del suo enfisema.
La collaborazione è nata dalla stima reciproca tra Lynch e Mike Henry, il creatore della serie e voce di Cleveland. Henry, ispirato dal film Cuore selvaggio, ha deciso di intraprendere una carriera creativa, trovando in Lynch un modello di autentica originalità. Quando Henry ha contattato Lynch per proporgli il ruolo, il regista ha accettato con entusiasmo, nonostante la possibilità che non avesse mai sentito parlare di La famiglia Griffin, la serie madre di The Cleveland Show.
Il personaggio di Gus è un mix perfetto tra il bizzarro e il comico. Con il suo comportamento svampito e storie improbabili – come il video di fitness “Body by Gus”, in cui inseguiva una donna terrorizzata – Gus ha lasciato un’impronta indelebile nella serie. Questa performance dimostra la versatilità di Lynch, capace di portare la sua essenza unica anche in contesti lontani dal cinema d’autore.
Non è la prima volta che Lynch si cimenta nella recitazione. Il regista ha interpretato ruoli in progetti personali e non, come in Twin Peaks, dove il suo personaggio Gordon Cole è diventato centrale nel revival.
Lynch è noto per la sua capacità di rendere ogni battuta surreale e inquietante, un tratto evidente anche in The Cleveland Show e nei suoi cameo ne I Griffin (guardatelo nel video qui sopra mentre ruba il Natale).
Per Lynch, insomma, anche una collaborazione apparentemente insolita può diventare un’opportunità creativa. Dopo tutto, come ha dimostrato, tutto ciò che serve per coinvolgerlo in un progetto potrebbe essere una telefonata e una generosa scorta di Cheetos.