Un post su Instagram, pubblicato sul profilo Littleladyterry, ha raccolto in un carosello i dissing più belli e divertenti della letteratura e della poesia.
Altro che Fedez contro Tony Effe, i dissing artistici sono ugualmente caustici, ma anche molto forbiti nel linguaggio e nei contenuti. Così, se Giuseppe Ungaretti, simbolo dell’ermetismo, definisce Eugenio Montale “Una me*da” (la sintesi è davvero un dono), il vate Gabriele D’Annunzio si rivolge al futurista Filippo Tommaso Marinetti, chiamandolo “Nullità tonante. Cretino fosforescente“.
Fin qui i lirici, ma ci sono anche frasi e ragionamenti più articolati. Per esempio il corposo insulto di George Bernard Shaw a sir Walter Scott e, nientepopodimenoche, a William Shakespeare:
“Con la sola eccezione di Omero, non c’è nessuno scrittore illustre, nemmeno Sir Walter Scott, che io disprezzi interamente come disprezzo Shakespeare. L’intensità della mia impazienza alcune volte raggiunge un livello così improponibile che vorrei esumare la sua salma soltanto per lapidarlo“.
E se questo vi sembra troppo soft, allora leggete anche il delicato pensiero di George Byron nei confronti di John Keats. E tenete conto che sono due simboli del romanticismo letterario:
“Ecco qui la poesia di Keats-piscia-a-letto, e tre romanzi da iddio sa chi… Non più Keats, vi supplico: scorticatelo vivo; se qualcuno fra voi non è disposto a farlo, lo dovrò fare io in persona: non c’è posto per quelle schifezze idiote nel genere umano“.
Chiudiamo la carrellata che potete leggere per intero qui, con la poetessa Elizabeth Bishop su Il Giovane Holden di J.D. Salinger, considerato un capolavoro della letteratura del ‘900. Non da lei:
“L’ho odiato. Mi ci sono voluti giorni per leggerlo, una pagina alla colta, con cautela, imbarazzandomi per lui a ogni frase ridicola. Come hanno potuto permetterglielo?“
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