Supersex finisce con un primo piano sorridente di Rocco Siffredi (Alessandro Borghi), ormai sereno dopo l’inizio della sua relazione con l’attrice Rosa Caracciolo. Nei sette episodi della miniserie dedicata al celebre attore hard, diretta da Matteo Rovere, Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni e scritta da Francesca Manieri, vengono raccontati alcuni momenti chiave della vita personale e professionale di Siffredi. Dal primo approccio al mondo del porno, avuto casualmente con la scoperta del giornaletto Supersex, fino all’esplosione definitiva, sancita dalla conquista di numerosi premi del settore.
Rocco Tano, questo il suo vero nome, nasce a Ortona in Abruzzo nel 1964 da una famiglia di umili origini. Il padre è carpentiere, la madre una casalinga. Nella serie il piccolo Rocco vive idolatrando il fratello Tommaso (Adriano Giannini da adulto), che gli spiega quanto sia importante valorizzare ciò che “abbiamo tra le gambe” e nel caso di Rocco Siffredi si tratta di misure importanti. Dopo la morte di un altro fratello, Rocco trova sollievo nella scoperta della sessualità. Diventato adolescente si trasferisce a Parigi per lavorare nel ristorante di Tommaso, che nel frattempo ha sposato Lucia (Jasmine Trinca), la bella del paese e da sempre sogno romantico di Rocco.
In realtà Lucia è una prostituta che lavora a Pigalle e negli anni avrà sempre un rapporto tormentato con Rocco, verso il quale prova un profondo affetto, ma anche tanta rabbia per il mestiere che poi deciderà di fare.
Proprio a Pigalle Rocco inizia a frequentare i club dove si tengono spettacoli a luci rosse. Qui conosce Gabriel Pontello, il celebre protagonista del fotoromanzo porno Supersex, che lo introduce nel mondo del cinema hard. Tano cambia il nome in Siffredi e dal finire degli anni ’80 diventa una celebrità del porno, grazie alle sue dimensioni notevoli. E al suo stile molto selvaggio.
Entra a far parte della scuderia di Riccardo Schicchi, diventa amico di Moana Pozzi, ma pian piano inizia a soffrire quel tipo di ambiente. Non per una svolta morigerata, ma perché sente di non riuscire a realizzarsi davvero. Fonda quindi la Rocco Siffredi Production. Nonostante più volte paventi di lasciare il cinema, Siffredi è sempre on the road. Sul set di un film da lui diretto conosce Rózsa Tassi, una giovane ungherese che mostra a Rocco un modo diverso di vivere. I due iniziano una relazione che Siffredi interrompe bruscamente per paura di legarsi troppo.
Tornerà sui suoi passi quando il fratello Tommaso, dopo anni di latitanza dovuta a legami con la criminalità locale, si toglie la vita. Prima di uccidersi, pero, l’uomo si rifà vivo con Rocco. E con lui tenta di mandare a monte le nuove nozze di Lucia (che lo credeva morto). Al termine della storia, Siffredi dice: “Solo l’amore cura“. Così, guardando al montaggio la scena girata tempo prima con Rosa, vola a Budapest dalla donna e le chiede di lavorare con lui. Le suggerisce un nome d’arte, Rosa Caracciolo, come omaggio al suo grande amico Franco. La donna accetta e chiede a Rocco di fare un bambino. Siffredi capisce di amare Rosa e glielo dice.