Gli amici sono tutto. Lo sa bene Antonello Venditti che al tema dell’amicizia ha dedicato una delle sue canzoni più note, Ci vorrebbe un amico del 1984. Un brano scritto come ringraziamento a Lucio Dalla che gli è stato vicino nel momento più buio della sua vita, dopo la separazione dalla moglie Simona Izzo, nel 1978. Furono settimane terribili, quelle, in cui il cantautore capitolino pensò addirittura al suicidio, come racconta in un’intervista al Corriere della Sera. Ma Dalla lo salvò.
“Fu lui a capire che mi dovevo allontanare da Roma, e così per due anni vissi al castello di Carimate, in Brianza, dove venivano i più grandi artisti italiani a incidere i loro dischi. Pino Daniele, i Pooh, Fabrizio De André. Con Fabrizio passavamo notti a parlare, ad approfondire le nostre vite. Fu allora che diventammo davvero amici. Ma poi loro il venerdì partivano; io restavo solo. Sull’orlo del baratro. Entravo in un posto e dovevo uscire. Tutto mi faceva paura“, spiega Venditti.
Un paura inspiegabile della fragilità, continua, acuita dal doloroso divorzio dalla moglie, voluto da Izzo a seguito di un tradimento di Venditti. “[Avevo]Paura di me stesso. Della mia fragilità. E anche di salire sul palco. Paura di non essere amato. Più volte pensai di farla finita. Magari schiantandomi in macchina. Poi temevo di far del male agli altri. Avrei potuto centrare un albero. Ma guidavo troppo bene…“.
A questo punto intervenne Lucio Dalla che lo spinse a tornare a Roma e a riprendere la vita di sempre. C’era un solo grande problema: avrebbe ritrovato Simona Izzo (e il loro figlio Francesco). “Un’angoscia tremenda. Mi trovò casa, a Trastevere. E mi convinse a riprendere i concerti“. Tanto bastò per ritornare in pista. Nel 1984 pubblicò Cuore, l’album di Notte prima degli esami, Stella, Piero e Cinzia. E, naturalmente, Ci vorrebbe un amico.