Il 5 marzo 1982, in un bungalow dell’hotel Chateau Marmont sulla Sunset Strip di West Hollywood, viene ritrovato il corpo senza vita di John Belushi, morto a causa di un’overdose ad appena 33 anni di età. A 43 anni da questo tragico evento, ripercorriamo la vita e la carriera di questo attore, musicista e comico dal talento straordinario, che ha rivoluzionato in pochi anni il modo di fare comicità in TV e teatro regalandoci personaggi indimenticabili.
John Adam Belushi nasce a Chicago nel 1949 da una famiglia di origini albanesi e trascorre la prima giovinezza a coltivare le sue passioni: è un ottimo giocatore di football, un batterista provetto e soprattutto un attore dalla spiccata comicità. Dopo le prime esperienze nelle commedie scolastiche, viene accolto nel teatro estivo Shawnee Summer Theater, sempre a Chicago, che frequenta assiduamente anche dopo aver conseguito il diploma: nel corso degli anni affina il suo talento nella recitazione e in particolare nell’arte della satira e della parodia.
Nel 1968, nel pieno delle proteste studentesche contro la Guerra nel Vietnam, fonda il trio comico West Compass Players insieme agli amici d’infanzia Tino Insana e Steve Beshekas: il gruppo si esibisce ogni settimana con uno spettacolo nuovo, diventando man mano sempre più popolare in città. Proprio questa popolarità consente a John di essere ingaggiato nella compagnia teatrale The Second City nel 1971, e di sviluppare ulteriormente quella che per lui è ormai una vera e propria vocazione. Nascono in questo contesto le imitazioni (come quella di Joe Cocker) e i personaggi che renderà famosi qualche anno dopo, a SNL.
Nel 1972 John parte alla volta di New York per unirsi al National Lampoon’s Lemmings, uno show-parodia di Woodstock in cui John può sfoderare ancora una volta tutta la sua vena di comico innato. Il successo dello show dà a John un primo assaggio di popolarità a livello di pubblico e critica, e lo porta a far uso per la prima volta di sostanze stupefacenti per migliorare la qualità delle sue esibizioni.

Dal 1975 al 1979 John lavora a Saturday Night Live sulla NBC, insieme a Dan Aykroyd che diventa ben presto un suo carissimo amico. Il programma rivoluziona completamente la televisione americana, e John viene considerato uno dei migliori comici in circolazione, con circa 60 diversi ruoli tra personaggi inventati e caricature o imitazioni. Nel 1978 si reca a un concerto blues con Aykroyd e ne esce estasiato, appassionandosi alla musica blues e iniziando a riprodurne i più grandi successi insieme all’amico: è così che nasce la Blues Brothers Band, in cui i due indossano abito nero, occhiali e cappello e suonano insieme con altri musicisti.
Il successo di questo duo porta nel 1980 a realizzare il film The Blues Brothers, che riscuote un enorme successo, anche se la popolarità di John a quel punto è già alle stelle grazie ai suoi tanti spettacoli e al ruolo di John Blutarsky in Animal House (1977). La vita da celebrità comincia però a pesare sulle sue spalle, portandolo a trasferirsi a Martha’s Vineyard per sfuggire alle attenzioni di fan e giornalisti e a dipendere sempre più da droga e alcool: egli sostiene che ciò lo aiuti a recitare meglio e a gestire i suoi tanti impegni lavorativi, e nonostante gli sforzi da parte della moglie e degli amici per farlo disintossicare, non riesce a smettere di drogarsi se non per brevi periodi. I suoi colleghi ormai non notano più solo il suo grande talento ma anche il suo comportamento fuori dalle righe, che rende difficile lavorare con lui.
Proprio questa dipendenza causerà la sua prematura morte: nel corso di una festa a base di alcool e droga allo Chateau Marmont di West Hollywood, a cui parteciparono brevemente anche Robin Williams e Robert De Niro, la cantante Cathy Evelyn Smith inietta a un già stordito John uno speedball di eroina e cocaina che in seguito si scoprirà essere dosato male, e che gli risulta fatale. A nulla valgono gli sforzi dei soccorritori di rianimarlo: John Belushi muore il 5 marzo del 1982.