La Gazzetta dello Sport non si distingue soltanto per la sua lunga storia e per il gran numero di fedelissimi lettori, che la rendono il giornale sportivo più importante del nostro Paese, ma anche per il caratteristico colore rosa delle sue pagine, tanto da valerle il soprannome di “rosea” oltre che del popolarissimo “Gazza”. Inizialmente stampato su carta verde sin dal suo primo numero, uscito il 3 aprile 1896, subì poi un passaggio al bianco per un mese e infine, a partire dal 2 gennaio 1899, fu pubblicato per sempre su pagine rosa. Ma perché proprio questo colore?
La motivazione è più semplice di quanto non si possa immaginare, ed è stata fornita da Candido Cannavò, direttore storico del giornale per più di vent’anni, in un’intervista del 2006: si trattò di una decisione “dettata da motivi di risparmio” poiché a quei tempi la carta rosa, non sottoposta a processi di sbiancamento, era più economica di quella bianca.
Questa scelta si rivelò comunque, a detta di Cannavò, di un “colpo di genio” seppur involontario, poiché consentì alla Gazzetta di distinguersi in modo inconfondibile dalle altre testate (non solo sportive) come già succedeva in Francia, in cui la stampa sportiva spiccava tra tutti gli altri quotidiani per il suo colore giallo. “Quel rosa qualcuno, soprattutto negli ultimi anni, avrebbe voluto cambiarlo. Ma non è possibile: darebbe come cambiare il nome della testata”, affermo ancora Cannavò: in effetti questo colore è diventato parte integrante dell’identità del giornale, e non stupisce che sia stato mantenuto anche come sfondo della sua versione web.

Nel corso della sua illustre storia, inoltre, pur originandosi da riviste specializzate in ciclismo (Il Ciclista e La Tripletta), la Gazzetta si è evoluta notevolmente arrivando a coprire un numero sempre maggiore di discipline sportive, e promuovendone la pratica e la diffusione a livello nazionale. Nel 1931, all’apice della popolarità del ciclismo in Italia, il direttore del Giro d’Italia Armando Cougnet decise di contrassegnare il corridore in testa alla classifica generale con una maglia rosa, come omaggio alle ormai inconfondibili pagine della Gazzetta: nacque così un’altra icona dello sport, destinata a durare nel tempo.