Quando il fumo bianco si leva dal comignolo della Cappella Sistina nel corso di un Conclave, un cardinale si affaccia alla loggia di San Pietro per pronunciare le parole che il mondo attende: “Habemus Papam“. Nel Conclave del 2025 iniziato da poco, quel cardinale sarà Dominique Mamberti, il protodiacono della Chiesa cattolica. Ma chi è quest’uomo che annuncerà a miliardi di fedeli l’arrivo di un nuovo pontefice?
Dominique François Joseph Mamberti nasce il 7 marzo 1952 a Marrakech, in Marocco, dove suo padre lavora come funzionario della difesa francese; figlio unico di una famiglia di origini corse, cresce nel piccolo villaggio di Vico, in Corsica, immerso in una comunità semplice ma profondamente cattolica. È qui, nella parrocchia di Nostra Signora degli Angeli, che nel 1965 riceve la confermazione, un primo passo verso la sua vocazione. Dopo gli studi in legge a Strasburgo e Parigi, Mamberti sente il richiamo del sacerdozio, si iscrive in seminario e il 20 settembre 1981 viene ordinato prete nella cattedrale di Ajaccio. Trasferitosi a Roma, studia diritto canonico alla Pontificia Università Gregoriana e diplomazia alla Pontificia Accademia Ecclesiastica, imparando italiano, inglese e spagnolo.
La vita di Mamberti è un viaggio tra continenti e culture: nel 1986 egli entra nel servizio diplomatico vaticano lavorando in Algeria, Libia, Tunisia e Cile; negli anni ’90 rappresenta la Santa Sede alle Nazioni Unite a New York e poi in Libano, Kuwait e nella Penisola Arabica. La sua abilità nel costruire ponti tra popoli e governi lo rende una figura chiave. Nel 2002 Giovanni Paolo II lo nomina arcivescovo titolare di Sagona e nunzio in Sudan ed Eritrea, affidandogli anche il delicato ruolo di delegato apostolico in Somalia.

Nel 2006 viene richiamato a Roma da Benedetto XVI per ricoprire il ruolo di segretario per i Rapporti con gli Stati, in cui Mamberti si distingue per il suo impegno per la pace. Nel 2011, alle Nazioni Unite, chiede “scelte coraggiose” per la soluzione dei due Stati in Terrasanta; nel 2012 denuncia la perdita di fede nel dialogo, richiamando l’importanza della legge naturale e della dignità umana. La sua voce risuona anche a Cuba, dove nel 2010 incontra Raúl Castro, rafforzando i rapporti tra Chiesa e Stato.
Nel 2014 Papa Francesco nomina Mamberti prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica; l’anno successivo, nel 2015, lo fa cardinale, assegnandogli la diaconia di Santo Spirito in Sassia. Il 28 ottobre 2024 Mamberti diventa cardinale protodiacono, il primo tra i cardinali diaconi, dopo il decesso del cardinale Renato Martino. Questo ruolo, conquistato grazie alla sua anzianità nell’ordine diaconale, lo pone al centro di un momento storico: sarà lui ad annunciare il nuovo Papa al mondo.
Di papa Francesco, per il quale ha celebrato l’ultima messa dei Novendiali, Mamberti dice: “Ero vicino a lui il giorno di Pasqua, testimone della sua sofferenza, ma soprattutto del suo coraggio e della sua determinazione di servire il popolo di Dio fino alla fine“.