La Festa della Mamma è un’occasione più che gradita per leggere alcune delle riflessioni più intense che grandi poeti della nostra letteratura hanno dedicato alla figura materna. Ne abbiamo scelte solo cinque, ma la quantità è sterminata, perché in ognuna di esse si possono percepire tante emozioni diverse.
1. “Mi ha fatto la mia mamma” – Gianni Rodari
Gianni Rodari è stato tra i poeti quello che ha parlato di più ai bambini, in questa deliziosa poesia è proprio un bambino che parla e che racconta tutta la verità sulla sua nascita.
Testo:
Persone male informate
O più bugiarde del diavolo
Dicono che tu sei nato
Sotto a una foglia di cavolo!Persone male informate
O più bugiarde del diavolo
Dicono che sono nato
Sotto a una foglia di cavolo!Altri maligni invece
Sostengono senza vergogna
Che sei venuto al mondo
A bordo di una cicogna!Altri maligni invece
Sostengono senza vergogna
Che sono venuto al mondo
A bordo di una cicogna!Se mamma ti ha comperato
Come taluni pretendono
Dimmi: dov’è il negozio
Dove i bambini si vendono?Se mamma mi ha comperato
Come taluni pretendono
Diteci: dov’è il negozio
Dove i bambini si vendono?Tali notizie sono
Prive di fondamento:
Ti ha fatto la tua mamma
E devi essere contento!Tali notizie sono
Prive di fondamento:
Mi ha fatto la mia mamma
E sono molto contento!
Tali notizie sono
Prive di fondamento:
Mi ha fatto la mia mamma
E sono molto contento!
E sono molto contento!
2. “La Madre” – Giuseppe Ungaretti
Giuseppe Ungaretti, uno dei più grandi poeti del Novecento italiano, scrive questa poesia nel 1930, dopo la morte della madre. Il testo è un’espressione di lutto e gratitudine, con il tipico stile essenziale dell’autore.
Testo:
E il cuore quando d’un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d’ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all’eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.E solo quando m’avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.Ricorderai d’avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro
3. “Preghiera alla madre” – Umberto Saba
Umberto Saba, poeta triestino, dedica questa poesia alla madre, esplorando il legame complesso e a volte doloroso tra madre e figlio. Scritta nel 1930, riflette la sensibilità psicologica dell’autore.
Testo:
Madre che ho fatto
soffrire
(cantava un merlo alla finestra, il giorno
abbassava, sì acuta era la pena
che morte a entrambi io mi invocavo)
madre
ieri in tomba obliata, oggi rinata
presenza,
che dal fondo dilaga quasi vena
d’ acqua, cui dura forza reprimeva,
e una mano le toglie abile o incauta
l’impedimento;
presaga gioia io sento
il tuo ritorno, madre mia che ho fatto,
come un buon figlio amoroso, soffrire.Pacificata in me ripeti antichi
moniti vani. E il tuo soggiorno un verde
giardino io penso, ove con te riprendere
può a conversare l’ anima fanciulla,
inebriatasi del tuo mesto viso,
sì che l’ ali vi perda come al lume
una farfalla. È un sogno
un mesto sogno; ed io lo so. Ma giungere
vorrei dove sei giunta, entrare dove
tu sei entrata
— ho tanta
gioia e tanta stanchezza! —
farmi, o madre,
come una macchia della terra nata,
che in sé la terra riassorbe ed annulla.Il significato di questa poesia
Dove leggere “Preghiera alla madre”
4. “A mia madre” – Eugenio Montale
Eugenio Montale, premio Nobel per la letteratura, dedica questa poesia alla madre defunta, pubblicata nella raccolta La bufera e l’altro (1956).
Testo:
Ora che il coro delle coturnici
ti blandisce nel sonno eterno, rotta
felice schiera in fuga verso i clivi
vendemmiati del Mesco, or che la lotta
dei viventi più infuria, se tu cedi
come un’ombra la spoglia
(e non è un’ombra,
o gentile, non è ciò che tu credi)
chi ti proteggerà? La strada sgombra
non è una via, solo due mani, un volto,
quelle mani, quel volto, il gesto d’una
vita che non è un’altra ma se stessa,
solo questo ti pone nell’eliso
folto d’anime e voci in cui tu vivi;
e la domanda che tu lasci è anch’essa
un gesto tuo, all’ombra delle croci.
5. “A tutte le donne” – Alda Merini
Alda Merini, una delle voci più intense della poesia contemporanea italiana, dedica questa poesia alle donne, che trovano il modo di essere madri (anche quando non lo sono) memoria.
Testo:
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra.