Mathias Schepp nato il 30 luglio 1967 a Toronto, ma di origini svizzere, morto suicida il 3 febbraio 2011 a Cerignola, era il padre delle gemelline Alessia e Livia, scomparse nel 2011. L’uomo era un ingegnere della Philip Morris, ed era sposato con l’avvocata Irina Lucidi, italiana, con cui viveva a Saint-Sulpice, in Svizzera a ma si erano separati nel 2006. Nel gennaio 2011, lo stesso giorno in cui Irina gli comunica di voler divorziare, lui redige un testamento nel quale assegna i lasciti alla ex moglie e ai due fratelli Daniel e Maya, “nel caso le gemelle non siano più in vita”. Subito dopo, preleva le figlie per un viaggio che lo porterà dalla Svizzera alla Francia, poi in Corsica e di nuovo in Francia, fino a Cerignola, dove si uccide lanciandosi sotto un treno. Prima della sua morte, comunica alla moglie, con un messaggio, che “le bambine riposano in pace, non hanno sofferto. Non le rivedrai mai più”.
Come spiegò il fratello di Irina Lucidi, a La Stampa, Matthias Schepp “Aveva due personalità, un problema psichiatrico che evidentemente tutti abbiamo sottovalutato”. Lui e Irina Lucidi si conoscono nel 2004 nella multinazionale Philip Morris, dove lavorano entrambi, con ruoli differenti. Lui, come ingegnere, si occupava dei filtri delle sigarette, lei era avvocato. Due carriere avviate, con stipendi molto alti. Lui viene descritto come un ragazzo molto chiuso, formale, timido, sul quale probabilmente avevano pesato vecchi traumi di natura familiare. Sempre La Stampa, spiega che a dispetto dell’aria affabile e cortese, sempre perfetta, che manifestava all’esterno, con sua moglie si comportava in maniera diversa, arrivando a schiacciarla psicologicamente, tanto che lei era arrivata a rivolgersi ad un consultorio per donne vittime di violenza, pur non avendo subito nessun tipo di violenza fisica.
Quando arriva la separazione, lei si dimostra generosa e conciliante e gli permette di vedere le bambine anche oltre gli accordi di separazione. Acconsente anche quando lui porta le bambine in vacanza ai Caraibi per le feste di Natale (nonostante i genitori di lei non fossero d’accordo). Ma non riesce ad accettare la separazione e, quando Irina gli comunica l’intenzione di divorziare, la situazione precipita. Lui redige un testamento, diffuso da Newhome, in cui spiega che alla moglie va tutto ciò che le spetta per legge, mentre il resto dell’eredità va alle figlie – ma, “nel caso non siano in vita” , spiega in una nota raggelante – tutto andrà ai suoi fratelli.
Il 28 gennaio 2011 Schepp preleva le figlie per trascorrere il weekend con loro. Il giorno dopo manda un SMS alla moglie per dire che stanno bene e che torneranno lunedì. Il 30 gennaio è il giorno in cui le bambine vengono viste vive per l’ultima volta, insieme al padre, a Saint-Sulpice, intorno a mezzogiorno. Alle 17.00 lui oltrepassa i confini della Francia e nei giorni a seguire fa tappa a Marsiglia, Propriano, in Corsica – sempre con le bambine – poi fa ritorno da Propriano, facendo tappa a Bastia (in Corsica) e arriva a Tolone il 2 febbraio. In questo giorno Schepp viene fotografato da solo ad un casello. La sera del 3 febbraio, Schepp si suicida lanciandosi sutto un Eurostar in corsa, a Cerignola. Nelle ore precedenti era stato visto a Napoli e in Campania.
Nei giorni a seguire, Irina Lucidi riceve una lettera del marito in cui lui dice: “Mia cara, volevo morire con loro, ma non è andata così. Io sarò l’ultimo a morire. Le bambine riposano in pace, non hanno sofferto. Non le rivedrai più”
Le indagini sul computer di Schepp svelano che l’uomo ha cercato informazioni su armi da fuoco e veleni, oltre che informazioni sui traghetti da prendere.
Nonostante questo oggi Irina Lucidi continua ad avere la speranza che le sue figlie possano essere vive, da qualche parte.