Manuel Winston Reyes ha confessato di aver ucciso la contessa Alberica Filo Della Torre, il 10 luglio 1991, perché lei lo aveva licenziato dalle sue mansioni di maggiordomo e lui era andato da lei alla sua villa all’Olgiata per chiederle di riprendere la collaborazione. “Avevo bisogno di lavorare” ha detto il filippino, che a quei tempi aveva una dipendenza dall’alcool. La discussione tra i due è degenerata e Reyes ha colpito Filo Della Torre con uno zoccolo, per poi ucciderla. Nella sua confessione, che riportiamo di seguito, smentisce di aver rubato i gioielli della contessa.
“Sono stato io, sono stato io a uccidere la contessa. Io avevo bisogno di lavorare. Dovevo lavorare, ero stato cacciato e avevo bisogno di soldi. Non c’entrano niente i gioielli della contessa. Io non ho rubato nulla. Per farmi coraggio avevo bevuto un bicchiere di whisky. Ricordo che passai dal garage e la vidi in casa. Andammo in camera da letto dove ci fu una discussione. Di quel giorno non ricordo molto altro, se non che presi uno zoccolo. Scappai passando da una porta finestra e attraversando il tetto.” Come riporta il Corriere, infine, Reyes ha aggiunto “Ho chiamato mia figlia con il nome di Alberica per espiare la colpa. A mia moglie raccontai del delitto, ma lei non mi ha mai creduto. Adesso sono pronto a scontare la pena, è giusto che lo faccia, voglio cominciare ad avere una vita normale”
L’affermazione sui gioielli tuttavia viene smentita da alcune telefonate fatte da Reyes ad un ricettatore, registrate ai tempi del delitto, quando il suo telefono fu messo sotto controllo. Le telefonate sono state ascoltate solo molti anni dopo, quando su insistenza del marito di Alberica Filo Della Torre, le indagini furono riaperte.
Oltre alle analisi del DNA su un lenzuolo, che indicarono come appartenente a Winston Reyes una macchia di sangue su un lenzuolo sulla scena del delitto, all’epoca dell’omicidio furono raccolte numerose testimonianze a sfavore del maggiordomo. Come scrive il Corriere infatti, alcune amiche e collaboratrici della Contessa sapevano che lei si lamentava spesso di Reyes perché era inaffidabile, non rispettava gli impegni lavorativi, non le piaceva e le chiedeva spesso degli anticipi.
Dopo aver scontato una condanna di 16 anni (ridotti a meno di 10), Manuel Winston Reyes oggi è tornato in libertà.