Sayyid Ebrahim Raisol-Sadati, conosciuto semplicemente come Ebrahim Raisi, era un politico ultraconservatore e magistrato iraniano. Dal 3 agosto 2021 è stato l’ottavo presidente presidente dell’Iran. Nelle ultime ore è stato coinvolto in un incidente mentre era a bordo del suo elicottero, a quanto pare impossibilitato ad atterrare a causa della nebbia. Il velivolo si trovava vicino a Jolfa, una città al confine con l’Azerbaigian, a circa 600 chilometri da Teheran. Le ricerche effettuate dalla Mezzaluna Rossa hanno confermato la morte di tutti i passeggeri.
Raisi nasce a Marshad, città santa sciita nel nord-est del Paese, il 14 dicembre del 1960. Orfano di padre dall’età di 5 anni, consegue la laurea in diritto islamico all’Università Motahari di Teheran. Si tratta dell’unica informazione accademica che conosciamo del leader politico. Contestualmente alla carriera scolastica, intraprende ben presto anche quella religiosa. Studia nel seminario di Qom all’età di 15 anni. E frequenta la scuola dell’Ayatollah Sayyed Muhammad Mousavi Nezhad e quella dell’Ayatollah Borujerdi nel 1976. È stato uno dei giovani rivoluzionari di Khomeini, Guida suprema dell’Iran dal 1979 al 1989.
Raisi inizia la sua carriera in ambito giudiziario prima come procuratore di Karaj, poi di Hamadan. Nel 1985 si trasferisce nella capitale Teheran, dopo la nomina a Vice-procuratore. Il suo è un cursus honorum di tutto rispetto: Procuratore Generale, Vicepresidente della Corte Suprema e Capo dell’Ufficio Nazionale di Ispezione.
Secondo l’attivista iraniano Hossein-Ali Montazeri, aspro critico del regime degli ayatollah, Raisi è uno dei responsabili delle esecuzioni dei prigionieri politici iniziate nel luglio del 1988 e durate oltre cinque mesi. Tra gli oppositori, giudicati dalla cosiddetta Commissione della morte, c’erano i membri dei Mujaheddin del popolo iraniano, e altri rappresentanti di sinistra. Per questo motivo Raisi è inviso agli Stati Uniti che dal 2019 lo accusano di importanti violazioni dei diritti umani.
Diventa presidente della repubblica islamica il 18 giugno 2021 ottenendo il 62% delle preferenze, a fronte della più bassa affluenza della storia iraniana.
Ebraihim Raisi era sposato con Jamileh Alamolhoda, professoressa associata all’Università Shahid Beheshti di Teheran. Nonché presidentessa dell’Istituto di studi fondamentali di scienza e tecnologia dell’università. Avevano due figlie.
Nella campagna elettorale del 2017, che lo vede sconfitto dall’avversario Rohani, è protagonista di uno spot elettorale in cui celebra la libertà di sua moglie. “Se torno a casa e lei non c’è, non c’è problema. Se la cena non è pronta, non c’è problema. Io penso – e lo penso davvero – che il suo lavoro aiuti sia lei che il Paese. E comincia ad avere i suoi effetti“, dice.
Sarebbe stato in lizza per la successione della Guida Suprema Ali Khamenei, assieme al figlio di quest’ultimo Mojtaba Khamenei.