Chiara Lubich è morta nel 2008 in seguito a una malattia, una grave insufficienza respiratoria alla quale si aggiunsero altre complicazioni, un blocco renale e una grave insufficienza cardiaca. La mistica italiana aveva 88 anni al momento del decesso, ma come racconta Flavia Carette, l’ultimo periodo della sua vita fu segnato da problemi di salute che l’avevano costretta a ricoverarsi spesso al Policlinico Gemelli di Roma.
Durante la degenza in ospedale alla Lubich fece visita il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. Alla donna arrivò anche il sostegno della chiesa cattolica con una lettera scritta di persona dall’allora Papa Benedetto XVI. La donna morì in casa sua, visto che il 13 marzo, il giorno prima del decesso, si capì che non c’era più niente da fare e le fu concesso di tornare a casa a Rocca di Papa in provincia di Roma.
Le esequie di Chiara Lubich furono tenute il 18 marzo nella Basilica di San Paolo fuori le mura e a presiederle fu il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone. In occasione del funerale fu letto nuovamente il messaggio, inviato all’ospedale, dal Santo Padre. Furono migliaia le persone presenti al funerale di Chiara Lubich tra cui non solo cardinali e vescovi ma anche personalità del mondo civile e religioso più in generale. Furono numerosi i personaggi anche di altre fedi a dare la loro testimonianza durante la celebrazione. Papa Francesco il 27 gennaio 20215 diede le motivazioni all’apertura della causa di canonizzazione per la donna specificando che l’obiettivo era “far conoscere la vita e le opere di colei che, accogliendo l’invito del Signore, ha acceso per la Chiesa una nuova luce sul cammino verso l’unità”.