Tiene sempre banco la situazione diplomatica che la Casa Bianca sta attraversando in queste ore. E nonostante le smentite dello stesso presidente, Joe Biden, circa la possibilità di non candidarsi più alle prossime presidenziali, lo scenario è quanto mai credibile.
Incassata la disfatta dopo il confronto con il candidato repubblicano Donald Trump, e in attesa (forse) di un discorso presidenziale per l’Indipendence Day, in casa Dem ci lecca le ferite. E quanto meno si cerca di sfruttare il tempo a disposizione in vista della prossima convention di agosto per fare il punto. La domanda quindi è chi potrebbe prendere il posto di Biden? La scelta più plausibile e credibile è quella della vicepresidente Kamala Harris, su cui in tante e tanti avrebbero puntato all’inizio della presidenza Biden, ma che in verità non ha fatto molto parlare di sé.
Dalla sua ha la giovane età, 59 anni, e il fatto che sia donna e afroamericana. Due caratteristiche che le potrebbero far conquistare molte simpatie e che renderebbero la sua ipotetica vittoria davvero storica. In mancanza di una candidatura di Michelle Obama (che salvo scossoni non ci sarà, anche se è l’unica che potrebbe davvero battere Trump), Harris è la soluzione più giusta.
Ultimamente, poi, è tornata in primo piano su questioni delicate come l’aborto. Harris inoltre è nota anche a livello internazionale e potrebbe accedere subito ai fondi della campagna di Biden. Per far scattare l’incoronazione, però, dovrebbe ottenere l’appoggio di tutto il partito. E Biden dovrebbe quindi proporla alla convention di Chicago, convincendo i 3.894 delegati ottenuti nella primarie a votare per lei.
Nel caso non fosse così, allora si potrebbe avere una convention brokered, ossia aperta. In cui tutti sono contro tutti. Allora, oltre a Harris scenderebbero in campo i governatori della California Gavin Newsom, del Michigan Gretchen Whitmer e della Pennsylvania Josh Shapiro. Nonché il segretario ai Trasporti Pete Buttigieg.
Tutti dovrebbero conquistare la maggioranza dei voti dei delegati di Biden. E se nessuno passasse al primo turno, toccherà ai 700 super delegati, i dirigenti ed eletti del partito. A quel punto sarebbe il caos vero. Ma chi, oggi, prenderebbe in mano una patata così bollente? Appuntamento a Chicago il 19 agosto.