Quando si parla di “orso” in ambito borsistico, si fa riferimento a una fase di ribasso persistente del mercato. Il termine inglese bear market designa un periodo in cui i principali indici finanziari (come S&P 500, Nasdaq o Euro Stoxx) perdono almeno il 20% del loro valore rispetto a un recente picco, in un arco temporale relativamente breve. Non si tratta quindi di un semplice calo momentaneo, ma di un trend negativo che riflette un sentiment pessimista da parte degli investitori. Proprio come sta accadendo in queste ore a Wall Street e nel mondo.
L’origine del termine ha radici sia simboliche che storiche. L’orso, quando attacca, colpisce dall’alto verso il basso, al contrario del toro, che incalza dal basso verso l’alto. Questa contrapposizione ha portato alla definizione dei due archetipi fondamentali della finanza. L’investitore orso (bearish), che si aspetta un calo dei mercati e punta al ribasso, e l’investitore toro (bullish), che prevede una crescita e investe al rialzo. La dicotomia è documentata già nel XVIII secolo nella borsa di Londra e successivamente nel gergo di Wall Street. Dove peraltro si trova la statua bronzea di un toro, simbolo di buoni affari (e oggetto di riti apotropaici poco eleganti legati ai suoi testicoli).

Un mercato orso può essere innescato da molteplici fattori. Crescita economica rallentata, politiche monetarie restrittive, instabilità geopolitica, crisi energetiche o crolli settoriali. In queste ore, la colpa della mega crisi finanziaria è da addebitare alla decisione del presidente americano Donald Trump di imporre dazi commerciali che presto si ripercuoteranno sulle economie nazionali.
Va precisato che i mercati orso non sono eventi eccezionali: storicamente, si verificano in media ogni 5-6 anni, secondo i dati raccolti da Morningstar e altri osservatori finanziari. Tuttavia, la loro durata e intensità sono variabili. Il bear market del 2008-2009, ad esempio, durò 17 mesi con un crollo superiore al 50% dell’S&P 500, mentre quello legato alla pandemia da COVID-19 nel 2020 fu molto più breve ma estremamente repentino.