Un luogo segreto, nello specifico un cocktail bar, non facilmente rintracciabile e, solitamente, accessibile attraverso una parola segreta. Questo sono gli speakeasy che, dagli anni ’20 ad oggi, non hanno smesso di esercitare il loro fascino su chi desidera trascorrere una serata in un luogo diverso e con degli ottimi cocktail.
La loro storia nasce negli Stati Uniti durante gli anni del proibizionismo. All’epoca, infatti, era vietato il consumo e la produzione di alcol. Ma si sa che un divieto non ha mai fermato nessuno. Anzi, spesso è un incentivo piuttosto stimolante. Per questo motivo nascono i così detti speakeasy, ossia i bar nascosti nei retrobottega di locali insospettabili come, ad esempio, delle pompe funebri.
Ma da dove nasce il nome? La leggenda vuole che la sua origine sia più lontana e che per ritrovarne traccia bisogna risalire al 1888. In questo periodo si racconta che la proprietaria di un saloon in Pennsylvania abbia intimato ad alcuni dei suoi clienti più turbolenti con la frase ” Speak easy, boys”. Ossia, “parlate piano, ragazzi”. Il loro vociare, infatti, avrebbe fatto scoprire l’attività illegale.
Per lo stesso identico motivo, dunque, qualche i bar segreti durante l’epoca del proibizionismo vengono identificati in questo modo. D’altronde era importante divertirsi ma sempre con un volume di voce moderato per mantenere un assoluto segreto.