L’Escherichia coli è un batterio naturalmente presente nel nostro microbiota intestinale e in questo caso non è pericoloso. Tuttavia, come dimostrato dal caso di Claire Michel, triatleta belga che ha partecipato a una gara olimpica di nuoto nella Senna, a Parigi 2024, può causare infezioni anche gravi a livello intestinale. Pur essendo necessaria per i processi digestivi, infatti, la sua presenza in acqua indica una contaminazione fecale del bacino idrico. Tra i sintomi del contagio da E.coli ci sono dolore addominale, vomito, diarrea con sangue. Ma anche infezioni del tratto urinario, peritonite, setticemia, polmonite e meningite.
L’Escherichia coli deve il suo nome al batteriologo tedesco Theodor Escherich che isolò una varietà di batteri da campioni fecali di neonati. Ricordiamo che sono circa 171 i sierotipi del batterio.
Il ceppo infettivo di Escherichia coli si sviluppa in particolare in acqua o cibo contaminati. E attecchisce su frutta e verdura, latte non pastorizzato e carne non cotta a dovere. Proprio perché l’E. coli è sensibile al calore, la cottura degli alimenti la dilegua. Le persone più soggette al contagio sono bambini e anziani.
L’E.coli può anche trasmettersi col contatto da persona a persona se i soggetti non lavano bene le mani.
Non si può prevenire, non almeno coi farmaci, basta però seguire dei comportamenti virtuosi.
- Evitare cibi come carne non cotta a sufficienza e latte non pastorizzato.
- Disinfettare sempre le verdure con amuchina (acqua e bicarbonato non sono sufficienti)
- Lavare gli utensili da cucina con acqua calda e sapone prima e dopo il contatto con prodotti e carne cruda. Evitando la cosiddetta cross contaminazione.
- Utilizzare contenitori separati per ogni alimento, tenendo la carne cruda a parte.
- Igienizzare le mani sempre dopo essere andati in bagno, dopo aver cambiato pannolini o toccato animali.
In caso di infezione esiste una profilassi medica ben precisa.
Innanzitutto, bisogna reintegrare i liquidi persi dal paziente attraverso reidratazione orale o per via endovenosa. Poi, si somministrano farmaci antidiarroici. In prima battuta non si prescrivono gli antibiotici, ma nei casi gravi si sono dimostrate valide ciprofloxacina e levofloxacina.