Giorgio Montanini è attore e monologhista satirico. Presente in molte fiction di successo e in spettacoli comici, ha raccontato la sua terribile esperienza con la droga nel podcast Tintoria, parlando di quando è andato in coma in seguito a un’overdose. Poi, la rinascita.
Nato a Fermo, nelle Marche, il 17 dicembre del 1977, sotto il segno del Sagittario, Montanini mostra da subito grande interesse per la recitazione. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione, debutta a teatro nel 2004 con Edipo re di Sofocle, per la regia di Franco Branciaroli.
Ma la sua indole vira più verso comicità e satira. Dopo una partecipazione alle fiction Questa è la mia terra 2 e Liberi di giocare, Montanini si unisce nel 2008 al gruppo Satiriasi di Filippo Giardina. Inizia così, la carriera come stand-up comedian. Tra 2013 e 2014 lavora alle trasmissioni Rai, Aggratis! e Nemico pubblico, diventando un volto amato. Montanini ha un tipo di comicità verace e scorretta, che gli provoca più di un problema, sia in Rai che a Mediaset. Questo però non lo ferma, anzi. Nel 2020 torna da trionfatore al cinema in I predatori di Pietro Castellitto, premiato per la miglior sceneggiatura nella sezione Orizzonti alla 77.ma Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il sodalizio con Castellitto jr. continua anche nel 2024 con Enea.
Come scritto in apertura, Montanini si è aperto sul suo passato di tossicodipendente, raccontando di come sia arrivato a spendere 400 euro al giorno pur di acquistare una dose di crack. Il baratro della droga si è spalancato dopo aver perso, in quattro anni, madre, padre, fratello e migliore amico (suicida).
“La mia dipendenza è nata da circostanze attenuanti ma non giustificanti. Ho sempre creduto nell’importanza della forza mentale ed emotiva. Ma per superare questo problema ho avuto bisogno di sostanze stupefacenti. Mi muore mezza famiglia e ho attenuato le sofferenze con le droghe. Mi facevo di cocaina e io stavo bene nonostante a casa mia erano morti tutti. La mia famiglia era fantastica e ho colmato un vuoto. Sono arrivato a spendere 400 euro al giorno per cinque grammi di crack, quindi ho buttato mezzo milione di euro“.
Poi, il coma di 45 giorni per una polmonite virale:
“Tutti lo reputano un dramma, per me è stata una fortuna. A un certo punto sono collassato e questo mi ha permesso di disintossicarmi, purificarmi, rinascere e tornare a vivere come prima. La madre superiora mi disse che ero vivo per miracolo. Sono entrato in condizioni pietose, pesavo 160 chili. Ne sono uscito con le analisi perfette e senza crisi d’astinenza. Su 100 pazienti, 99 non si risvegliano. Mi davano per morto. La mia compagna ha evitato di farmi l’estrema unzione solo perché non ero cristiano“.
Oggi, Montanini sta bene. Ecco l’episodio completo di Tintoria.