Il sesso degli angeli termina con il parroco don Simone, che grazie ai proventi guadagnati dalla sua attività, riesce a sedare le inquietudini della Curia diocesana, finanziando delle opere di beneficenza in Africa. E aiuta la prostituta Lena a cambiare vita.

Don Simone Mercalli (Leonardo Pieraccioni) è un parroco toscano alle prese con il decadimento strutturale della chiesa, dove svolge il suo lavoro. In seguito al crollo del tetto, dovuto anche alle continue infiltrazioni d’acqua, egli riceve la notizia che suo zio Waldemaro (Massimo Ceccherini) gli ha ceduto in eredità una lucrosa attività in Svizzera.
Rimanendo all’oscuro sulla suddetta attività, al sacerdote viene concesso un ultimatum di una settimana se accettarne la gestione o girarla a suo cugino Antonello Rovincello (Vincenzo Salemme). Decidendo di indagare, don Mercalli parte per Lugano insieme al sacrestano Giacinto (Marcello Fonte), scoprendo che ha ereditato un bordello legale gestito da Lena (Sabrina Ferilli).
Costretto a celare la sua vocazione di sacerdote, Simone inizia a vacillare sulla sua fede, man mano che costruisce il suo rapporto con la prostituta. Dovuto anche alle visioni di suo zio, che lo sprona ad abbandonare il suo ruolo religioso. La medesima situazione colpisce anche Giacinto, che inizia ad invaghirsi di Margò (Gabriela Giovanardi). Passata la settimana concessa dal testamento, padre Mercalli torna a Firenze.
Deciso a rifiutare l’eredità del parente, il sacerdote scopre – tramite un cavillo burocratico – che il bordello è sempre stato, a livello legale, una scuola materna. Cambiando idea, Simone si reca dal notaio Bacci (Bruno Santini), per fare in modo che la struttura cambi destinazione d’uso. Utilizzando anche il ricatto. Convertito il bordello in un asilo privato, il prete utilizza gli incassi per fare beneficenza. E per aiutare Lena a cambiare vita.