Rocky, film del 1976 diretto da John G. Avildsen, finisce con Rocky Balboa che, dopo aver resistito per 15 round, perde l’incontro con Apollo Creed che, stremato, gli giura non ci sarà una rivincita; i giudici assegnano la vittoria ai punti al campione in carica, mentre Rocky, attorniato dai reporter, desiderosi delle sue dichiarazioni a caldo, cerca con lo sguardo Adriana, chiamandola a gran voce. La donna si fa largo tra la folla, e raggiunto il ring, abbraccia il suo uomo. I due si giurano amore reciproco.
Philadelphia: Rocky Balboa è un pugile semidilettante, soprannominato “Lo stallone italiano”, che sbarca il lunario lavorando in una macelleria, e arrotonda come gorilla per uno strozzino locale. Nato nel mito del grande pugile Rocky Marciano, Balboa arrangia incontri di infimo livello, insoddisfatto della propria vita monotona. Deciso a dargli una scossa, l’amico e collega Paulie gli presenta la sorella Adriana, riservata e timida commessa del negozio d’animali dove Rocky è solito comprare cibo per le sue due tartarughe domestiche. Inizialmente fra i due non sembra esserci intesa, ma, la sera del Ringraziamento, dopo una visita a una pista di pattinaggio, scatta una piccola scintilla.
Nel frattempo Apollo Creed, campione mondiale dei medi, ha organizzato, proprio a Philadelphia, il Match del Bicentenario, valevole per il titolo mondiale: Creed vede l’incontro come un’enorme occasione pubblicitaria per aumentare la propria già notevole fama; ma all’improvviso, l’avversario designato è costretto a ritirarsi e, alla ricerca di un nuovo sfidante, Apollo, consigliato dal suo entourage, decide di puntare su un nome locale; la sua attenzione cade proprio su Balboa, le cui origini italiane e il suo status di ultimo arrivato, lo rendono il complice perfetto per la celebrazione della Festa dell’Indipendenza americana.
Rocky, ricevuta l’offerta, accetta senza esitare; ammira da sempre Apollo, e questa potrà essere la sua ultima occasione per uscire dall’anonimato. Supportato da Adriana e da Paulie, Rocky si allena duramente e senza sosta, seguito da Mickey, anziano e burbero gestore di una palestra per pugili; colpito dal talento di Balboa, il tecnico sceglie di puntare tutto su di lui, anche come rivalsa personale per la propria carriera di boxer, terminata anzitempo.
Il giorno del match si avvicina e Rocky, recatosi per un sopralluogo al palazzetto dove è previsto l’incontro, nota che nel poster di presentazione, i colori del suo abbigliamento, sono stati invertiti per errore. Rendendosi conto di essere poco più che uno sparring partner, Rocky inizia ad avere dei dubbi e pensa di ritirarsi dall’incontro. Parlandone con Adriana, capisce che per lui l’unica cosa che conta è arrivare imbattuto alla fine dei 15 round, evitando il K.O. contro il campione del mondo. All’arena di Philadelphia si presenta il pubblico delle grandi occasioni; un mormorio di curiosità accompagna l’ingresso di Rocky sul ring; Balboa è avvolto in un accappatoio rosso, regalatogli da Paulie, su cui svetta la scritta The Italian Stallion; Creed si presenta al cospetto del pubblico in visibilio, a bordo di un carro, nei panni di George Washington, uno dei massimi padri fondatori degli Stati Uniti d’America.
Terminati i preliminari, l’incontro prende finalmente il via; in men che non si dica, dopo le prime fasi di studio, Rocky sorprende Apollo con un sinistro, e lo stende a terra. Mentre amici e conoscenti di Balboa esultano davanti al televisore, il pubblico a bordo ring trasalisce; il campione in carica evita per un soffio il ko ed è pronto a riprendere la sfida. Creed capisce però che non è più il caso di scherzare e, con una rapida combinazione di colpi, mette alle corde l’avversario. Da quel momento in poi, inizia una lotta all’ultimo pugno; i contendenti si scambiano fendenti senza riserve, e nel giro di qualche ripresa, entrambi sono delle maschere di sangue.
Rocky ha contrattaccato, colpendo violentemente Creed al petto; Apollo sente di essersi fratturato alcune costole, ma non intende cedere al rivale, il quale a sua volta è in condizioni fisiche precarie; i ripetuti colpi al volto lo hanno reso quasi cieco da un occhio; per riguadagnare la vista, Balboa si fa praticare un taglio alla palpebra. Incoraggiato dal suo uomo all’angolo, il campione sferra l’ultimo assalto, per chiudere una volta per tutte la contesa, e con un colpo atterra Rocky. Mickey, a quel punto, vedendo avvicinarsi la fine della quindicesima e ultima ripresa, ordina al suo atleta di restare a terra, ma Rocky, raccogliendo le ultime forze, si rialza prima che l’arbitro dichiari il KO.
Pochi istanti dopo, risuona la campana di fine incontro. Apollo si avvicina a Rocky e gli giura che non gli concederà mai la rivincita. Tutto lo stadio è in tumulto; i giornalisti si avventano sulla vittima designata, che ha saputo tener testa al campione; Rocky, però, risponde controvoglia alle domande, cercando invece con lo sguardo Adriana che dal canto suo si fa largo tra la folla per raggiungere l’amato.
Rocky è un film del 1976 diretto da John G. Avildsen, scritto e interpretato da Sylvester Stallone (Rocky Balboa), con Talia Shire (Adriana) e Carl Weathers (Apollo Creed).