L’8 settembre 1888 si giocarono in Inghilterra cinque delle sei partite di andata della Football League, il primo campionato di calcio della storia. Le squadre iscritte erano 12 e si affrontarono, da quel giorno, in due incontri con ogni avversario, in casa e fuori, fino al 5 gennaio 1889, data di conclusione del torneo.
I dodici club a costituire la Football League, noti in inglese come Founder Members, furono: Accrington, Aston Villa (Birmingham), Blackburn Rovers, Bolton Wanderers (Horwich), Burnley, Derby County, Everton (Liverpool), Notts County (Nottingham), Preston North End, Stoke (divenuto dal 1925 Stoke City), West Bromwich Albion e Wolverhampton Wanderers.
Tutte si riunirono per volontà del dirigente dell’Aston Villa William McGregor che volle un campionato di calcio inglese strutturato e regolare. Inizialmente, non esistevano divisioni inferiori e le squadre retrocesse dovevano richiedere la riammissione all’assemblea generale annuale.
I risultati dell’8 settembre 1888
- Bolton-Derby Count 3-6
- Everton-Accrington FC 2-1
- Preston North End-Burnley 5-2
- Stoke City-WBA 0-2
- Wolverhampton-Aston Villa 1-1
- Notts County-Blackburn 3-3 (ma si giocò a inizio ottobre).
Il primo campionato lo vincerà Preston North End con 40 punti in 22 gare, 18 vittorie e 4 pareggi, 74 gol fatti e 11 subiti. Si assegnavano due punti alla vittoria, uno al pari. A metà degli anni ’90 del ‘900 i punti per la vittoria passarono a tre in tutti i campionati del mondo.
Il primo gol? Fu un in realtà un autogol, segnato dal difensore dell’Aston Villa, Gershom Cox. Il primo gol “giusto” fu a opera di Fred Dewhurst del Preston North End.
Ma com’erano le partite? Non aspettatevi le sfide di oggi. La regola del fuorigioco, per esempio, era molto più permissiva (un giocatore era off-side solo se tra lui e la porta avversaria rimanevano meno di tre avversari). Le porte erano costituite da semplici corde. E non c’era un arbitro classicamente inteso, ma le decisioni erano, anche, nelle mani dei due capitani. Il pallone, poi, era pesantissimo e meno sferico, come del resto gli scarpini molto più grezzi. I giocatori, infatti, usavano semplici scarpe da lavoro o scarpe da cricket. I tacchetti, usati per non scivolare sul prato, si imposero gradualmente dal XX secolo.