Eric Dane, noto per i suoi ruoli in “Grey’s Anatomy” e “Euphoria”, ha annunciato in esclusiva a People di essere stato diagnosticato con la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), una malattia neurodegenerativa rara e progressiva. Nonostante la diagnosi, l’attore 52enne ha espresso gratitudine per il supporto della sua famiglia e ha dichiarato l’intenzione di continuare a lavorare, incluso il ritorno sul set di “Euphoria” per la terza stagione. La SLA, conosciuta anche come malattia di Lou Gehrig, colpisce i motoneuroni, portando a una progressiva perdita del controllo muscolare. Attualmente, non esiste una cura definitiva per la SLA, ma sono disponibili trattamenti che possono rallentarne la progressione e migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Entriamo nel dettaglio. La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA o ALS in inglese) è una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce i motoneuroni, le cellule nervose responsabili del controllo dei muscoli volontari. La degenerazione di questi neuroni porta a una progressiva debolezza muscolare, compromettendo funzioni vitali come il movimento, la parola, la deglutizione e la respirazione. Nonostante la gravità della malattia, le funzioni cognitive e sensoriali dei pazienti rimangono generalmente intatte. Fattore, questo, che la rende ancora più pesante.

Le cause della SLA non sono ancora conosciute completamente. Circa il 5-10% dei casi è di natura familiare, con mutazioni genetiche identificate in geni come SOD1, TARDBP, FUS e C9ORF72. La forma sporadica, che rappresenta la maggioranza dei casi, potrebbe essere influenzata da una combinazione di fattori genetici e ambientali, tra cui esposizione a metalli pesanti, pesticidi e altre tossine ambientali.
La diagnosi di SLA è il frutto di una combinazione di esami clinici e strumentali. Tra gli strumenti diagnostici utilizzati vi sono l’elettromiografia, che valuta l’attività elettrica dei muscoli, la risonanza magnetica per escludere altre patologie neurologiche, e test genetici nei casi sospetti di forma familiare.

Come detto, non esiste una cura definitiva per la SLA. Si può, però, attraverso la somministrazione di farmaci come il riluzolo e l’edaravone, rallentare la progressione. Prioritario è il benessere del paziente che si può curare attraverso fisioterapia, logopedia, supporto nutrizionale. Nei casi più gravi si ricorre alla ventilazione assistita.
La prognosi della SLA varia tra i pazienti. L’aspettativa di vita media dopo la diagnosi è di circa 3-5 anni, ma alcuni individui possono vivere più a lungo, come nel caso del fisico Stephen Hawking, che ha vissuto per decenni con la malattia, come raccontato nel biopic La teoria del tutto. Fattori come l’età al momento della diagnosi, la velocità di progressione dei sintomi e il tipo di SLA influenzano la prognosi individuale.