Il mondo ha ampiamente sentito parlare di Julian Assange ma non tutti conoscono la figura che lo accompagna dal 2011 nella vita pubblica e privata. Si tratta di Stella Moris, prima avvocato per contrastare la sua estradizione in Svezia e poi moglie.
Da questi pochi elementi, dunque, si deduce che si tratta di una donna e professionista dai tratti molto interessanti. Nata nel 1983 in Sudafrica, si è specializzata come legale in difesa dei diritti umani. E non sarebbe potuto essere diversamente visto la composizione multiculturale della sua famiglia che l’ha educata in una costante apertura mentale. La madre, infatti, è una regista teatrale spagnola, mentre il padre un architetto e artista svedese.
A formarla, dunque, un’infanzia vissuta in continuo spostamento tra Botswana, Lesotho, Svezia e Spagna per seguire le attività artistiche e politiche dei suoi genitori, impegnanti nel nel Medu Art Ensemble, un collettivo anti-Apartheid.
L’inizio della sua carriera
Stella ha frequentato una scuola privata a Lesotho prima di trasferirsi a Londra. Qui studia legge ed ottiene una laurea in diritto e politica. Non soddisfatta, comunque, riesce ad ottenere anche un master ad Oxford in in diritto dei rifugiati. Successivamente vola a Madrid per un’altra specializzazione in diritto internazionale pubblico. Tutti titoli, questi, che vanno a costruire una carriera estremamente brillante cui si aggiunge la collaborazione con la rivista New Internationalist, che le dà la possibilità di definirsi come un’autorità nel campo dei diritti umani.
Il suo incontro con Assange
Con un curriculum simile è naturale che nel 2011 entri a far parte del team di avvocati in difesa di Julian Assange. Un anno dopo diventa addirittura una figura centrale, tanto da vedersi costretta a cambiare nome. La loro relazione sentimentale, dunque, non inizia subito ma sboccia nel 2015. Un periodo che coincide con i sette anni di asilo politico di Assange presso l’Ambasciata dell’Ecuador. Qui la coppia ha due figli, nati nel 2017 e nel 2019. Nel 2022, poi, si sposano all’interno della prigione di Belmarsh.
Da quel momento Stella ha adottato il nome Assange ed ha continuato a portare avanti una lotta che ritiene abbia un valore universale. Durante una delle udienze per l’estradizione di Assange, infatti, ha denunciato l’abuso del sistema legale da parte degli Stati Uniti, sostenendo che il caso contro suo marito rappresenta un tentativo di intimidire i giornalisti in tutto il mondo. Oltre a questo, poi, ha affermato che la libertà di espressione e i diritti dei giornalisti sono in gioco, esortando l’amministrazione Biden a porre fine al processo legale contro Assange.