Mad Men, serie tv ideata da Matthew Weiner e mandata in onda dal 19 luglio 2007 al 2015, è riuscita a fare la storia del piccolo schermo per diversi motivi. Primo tra tutti la capacità di unire pubblico e critica in un’unica ode alla sua qualità che non ammette discussioni. A dimostrarlo sono i numerosi riconoscimenti ottenuti , tra cui 4 Golden Globe e 15 Emmy Award. Un successo che si deve al fascino di Jon Hamm nelle vesti di Don Draper ma, soprattutto, ad una scrittura accurata e vibrante, capace di partire dal particolare per andare verso una narrazione universale.
La vicenda, infatti, si svolge all’interno della Sterling & Cooper, una famosa agenzia pubblicitaria di New York. Questo luogo, però, è solo un microcosmo il cui scopo è mostrare tutti i cambiamenti culturali e sociali vissuti da un’intera generazione a partire dagli anni sessanta. Per questo motivo è essenziale che la realtà storica entri a contatto con la finzione più di una volta, dando vita ad alcune delle puntate più belle della serie.
Kennedy vs. Nixon
La narrazione inizia propria nel 1960, l’anno che viene ricordato per la corsa presidenziale e, ovviamente, per l’elezione di Kennedy. L’evento descritto nel penultimo episodio della prima stagione riguarda proprio il giorno delle votazioni, ossia l’8 novembre 1960. Negli uffici della Sterling & Cooper c’è una festa per celebrare la probabile elezione di Nixon. Il repubblicano, infatti, pur avendo perso il duello televisivo con l’avversario, sembra essere nettamente favorito rispetto a lui. Ed anche i primi risultati, incompleti, potrebbero confermare questa realtà.
Il mattino successivo, però, gran parte dei componenti dell’agenzia si svegliano con un dopo sbronza ed una sorpresa. Con una manciata di voti di differenza, infatti, a vincere è proprio JFK che avrebbe inaugurato un’era nuova di progresso per tutto il paese. La stessa ventata che si sarebbe fatta sentire anche all0interno dell’agenzia e che avrebbe messo in seria difficoltà il loro futuro. La società, infatti, sta cambiando e con questa anche le esigenze dei consumatori e la tipologia di marketing richiesto. Il mondo all’esterno della Sperling viene scosso dalla lotta per i diritti civili, il malcontento delle donne e l’avanzare di una generazione moderna, completamente diversa dallo tempo tradizionale di quella precedente.
La crisi missilistica cubana
La fine della seconda stagione viene sconvolta dalla crisi missilistica di Cuba e dal timore di un conflitto nucleare. Una situazione che contribuisce a definire una vera e propria atmosfera apocalittica e che, all’interno dell’agenzia, porta ad un netto cambiamento dei rapporti interpersonali. Spinti dal timore della distruzione globale, ad esempio, alcuni iniziamo a cambiare completamente le proprie esistenze, travolti da un’impellente necessità di chiarezza e sincerità. Uno di questi è Pete che, rendendosi conto della fine del proprio matrimonio, dichiara il suo amore per Peggy. Questa, a sua volta, gli rivela di aver partorito il suo bambino. In sostanza, dunque, l’evoluzione del loro rapporto è il perfetto esempio di come la realtà storica non sia stata considerata solamente come un contorno ambientale ma, bensì, sia entrata nell’economia narrativa in modo piuttosto definito.
L’assassinio di Kennedy
E dopo i fasti dell’elezione del 1960, arriva la tragedia dell’assassinio avvenuto il 22 novembre 1953. Il presidente Kennedy, infatti, viene ucciso a Dallas mentre sta percorrendo le vie della città sulla limousine scoperta con affianco la moglie Jackie. In questo senso, però, il penultimo episodio della terza stagione si assume lo scopo di mostrare cosa quell’evento abbia rappresentato per un intero paese. Un compito che viene portato. termine utilizzando il microcosmo dell’agenzia come un riflesso universale dell’esterno. Per questo motivo, dunque, le vite di tutti i protagonisti vengono fermate, atterrite, messe in sospeso e poi schiacciate dall’evidenza dell’assassinio. Sentimenti che gran parte degli americani hanno vissuto in quel momento, rendendo quella giornata indimenticabile per molti. Ma in senso del tutto negativo.
La Morte di Martin Luther King
La sesta stagione di Mad Men viene sconvolta da un’altra morte importante. Si tratta dell’assassinio di Martin Luther King, avvenuto Il 4 aprile del 1968. A raccontarlo è l’episodio La Tempesta. In questo caso l’evento storico prende assolutamente il sopravvento, arrivando come una notizia improvvisa che spazza letteralmente via le esigenze edi tutti i protagonisti. Questi, infatti, si trovano in una serata di premiazione. Un momento importante per Megan che ha ottenuto una candidatura. All’improvviso, però, arriva la notizia della morte di King. Questo evento, a differenza della morte di Kennedy, non paralizza i personaggi ma, comunque, fa passare ogni altro aspetto in secondo piano. Anche la vittoria di Megan che, dopo quanto accaduto sembra arrivare nettamente troppo tardi.
L’uomo sulla Luna
Il 16 luglio 1969 l’Apollo 11 decolla per atterrare, il 20, sul suolo lunare. Come sappiamo tutti, si tratta “di un piccolo passo per l’uomo ma grande per l’umanità”. Le parole di Neal Amstrong sono destinate a riecheggiare nella memoria di un’intera generazione, mostrando l’era nuova, il concretizzarsi di quel cambiamento voluto da Kennedy, primo sostenitore della ricerca spaziale. Ma come, tutto questo, si è collocato all’interno di Mad Men? L’allunaggio è l’elemento che tutti accomuna, all’interno dell’agenzia e nel paese. D’altronde, in quel momento, tutti stavano facendo Las tessa cosa, come ricorda il personaggio di Peggy.
Nonostante questo, però, rappresenta simbolicamente anche l’avvio di una nuova era per Don Draper. Il personaggio, infatti, si stacca dal mondo consociato, lavorativo e familiare, per aprire un capitolo della propria esistenza nuovo e tutto da scrivere. Esattamente come quello che l’umanità intera sente di dover sostenere dopo un evento così incredibile come l’uomo sulla Luna.