Johan Neeskens è stato il centrocampista dell’Olanda del 1974 e del 1978, forse la squadra di calcio rimasta di più nell’immaginario collettivo dei tifosi, nonostante non abbia mai vinto sul campo. Eppure, le geometrie di gioco, gli schemi all’avanguardia disegnati proprio da Neeskens e Johan Cruijff rimasero nella mente e nel cuore di tutti gli appassionati.
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Johannes Jacobus Neeskens nasce ad Heemstede il 15 settembre del 1951. Cresce nelle giovanili del RCH, ma è nell’Ajax che diventa celebre. Negli anni ’70 la squadra di Amsterdam è tra le più forti d’Europa e vince tre Coppe dei Campioni di fila (1970-1971, 1971-1972, 1972-1973). Neeskens è il giocatore moderno, un centrocampista jolly bravissimo a difendere ma capace anche di rilanciare e segnare.
In pratica, quello che ogni allenatore sogna. Come il suo compagno di squadra più celebre Cruijff, nel 1974 passa al Barcellona dove ovviamente si segnala tra i migliori. E ancora come l’altro Johan si lega profondamente alla Catalogna, sentendola quasi come una seconda patria. Chiude la carriera agonistica in Svizzera nel 1991, dopo una breve parentesi americana.
In nazionale, detta Arancia Meccanica (per via delle maglie color arancio e della sua indole “spietata”, Neeskens esordisce a 19 anni. Ai mondiali di Monaco ’74 trascina la squadra in finale, che perderà contro i padroni di casa di Beckenbauer. Neeskens segna però il gol del momentaneo vantaggio degli orange. Nel ’78, senza Cruijff, Neeskens porta di nuovo in finale l’Olanda contro l’Argentina di César Luis Menotti, che si impone in un clima surreale, davanti ai generali seduti in tribuna.
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Negli anni ’90 inizia la carriera da allenatore come vice della nazionale olandese, prima di Guus Hiddink e poi di Frank Rijkaard, ma non lascerà il segno come da calciatore.
Ieri, la morte, la cui notizia è stata diffusa solo oggi, avvenuta mentre era in Algeria per contro della federazione olandese. Lascia la moglie Marlis e i figli Christian, Tamara, Bianca e Armand.